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Ogni Tanto Scrivo .....

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7 Marzo 2020 ·

Ora gli operatori della sanità pubblica sono eroi per tutti, vista la situazione...... E dove eravate patrioti lombardi quando gli ospedali pubblici della Lombardia venivano depotenziati, accantonati, sminuiti, bistrattati in nome della privatizzazione insensata della politica regionale lombarda, dove eravate condivisori di titoli cubitali e fenomeni della tastiera selvaggia,....... Quando tutto sarà finito, voglio vedervi lottare per una sanità pubblica e voglio vedervi difendere chi solo adesso definite eroi.... Non sono eroi, sono professionisti della SANITÀ PUBBLICA ITALIANA, sempre loro, sono sempre stati li. Ricordatevi quando tutto sarà finito e tornerete al bancone per bervi l'aperitivo, ricordatevi di loro quando vi incazzetete mentre prenotate un esame e vi diranno 3 mesi di attesa.... Ma non vi ricorderete andrete, chi se le può permettere alla clinica privata convenzionata, dove farete lo stesso esame dopo 2 giorni,...... Si sa che noi uomini e donne ci dimentichiamo velocemente dei periodi "brutti" siamo fatti così, ma una cosa vi prego di fare, anche se pregare non è il mio forte, LOTTATE PER UN SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO. Statemi bene.
Fonte: GIUSWEB del VP

15 Marzo 2020 ·

22e00, la mia adorata moglie torna da un turno in ospedale, stanca, delusa, affranta. Il suo viso, i suoi occhi dicono tanto, forse troppo. Cerco di trovare in quegli occhi notizie, quelle vere, quelle del campo. Lei mi guarda e con pazienza, sentendo il mio silenzio, mi spiega, mi descrive il suo turno, cercando di far passare serenità, ma allo stesso tempo usa toni arrabbiati su cosa voleva fare di più, di più oltre al rigido protocollo da seguire. Io so che lei nel rispetto delle regole ha dato di più, ma non vuole esaltare questo dettaglio. Lei è una persona semplice e normalmente speciale che fa il suo lavoro con passione e coscienza profonda cercando di dare a chi in questo momento ha BISOGNO. Quando alle 13e30 è uscita di casa le ho detto: "proteggiti", lei era serena, certa delle sue capacità professionali, l'ho salutata e l'ho accompagnata con lo sguardo fino a che è stato possibile. In cuor mio sono con lei, in cuor mio so che lei lotterà per gli altri e che allo stesso tempo cercherà di proteggere anche noi, la sua famiglia. In questa donna per me infinitamente speciale ed indispensabile, c' è la rappresentazione della vittoria su questo momento. Lei dice che sta facendo solo il suo lavoro, come lo fanno tanti colleghi e colleghe. Voglio chiamarlo "momento" perché deve esserlo, mi rifiuto di pensare ad altri scenari apocalittici, perché credo nella vita. Quella vita che ho scelto di vivere con lei, la mia Giusi. AMO questa infermiera professionale del SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO ITALIANO.
Fonte: GIUSWEB del VP

22 Marzo 2020 ·

Riflessione..... Senza alcun tipo di polemica, senza bandiere, ma con il cuore in mano.... credo che la soluzione, anche leggendo fonti attendibili,... e per questo intendo approfondimento, intendo l'andare oltre i titoli cubitali......sia fare tamponi a tappeto a tutti i soggetti asintomatici, non bisogna aspettare ancora, chi si sente bene esce di casa per fare ciò che è consentito fare nel rispetto profondo dalle regole dettate dai vari decreti, si va a fare la spesa, si lavora da casa, si vai dai genitori anziani per assisterli, ecc. Ma siamo sicuri di non essere portatori "sani" del virus? Siamo sicuri che il virus non viaggi proprio con le gambe di chi sta bene? Io mi sto convincendo che il problema stia proprio in questo nodo, prima si riesce a disfarlo, meglio è. E sinceramente non me ne frega di che cosa costa fare il tampone a tutti gli asintomatci, non me ne frega, mi interessa avere un prospettiva di vita da vivere con le persone che amo. È chiedere tanto? Non credo proprio. Ho deciso che tutte le sere, finchè potrò e finchè qualche censore mi oscurerà, pubblicherò qui in questo calderone social le mie rimostranze, le mie denunce, le mie incazzature che ormai non riesco più a tenere dentro. Il sentire i numeri, le statistiche, le tendenze, le curve, mi da un po' il voltastomaco. Io voglio parlare di realtà, perchè è la realta che mi interessa. Se è vero che esiste un kit che in 7 ore o addirittura 1 ora da un risultato sul covid19:PERCHE' A FINE TURNO AD OGNI OPERATORE DELLA SANITA' PUBBLICA CHE E' IN PRIMA LINEA (ospedali, case di cura, ecc.) NON VIENE FATTO IL TAMPONE ? PERCHE' ? Che cosa serve un operatore della sanità asintomatico POSITIVO ? E' un veicolo di contagio come tutti gli asintomatici inconsapevolmente positivi.Aspettiamo forse che gli operatori della sanità diventino SINTOMATICI, per fargli il tampone ? Vogliamo trattare gli operatori della sanità come carne da macello ? Vanno finchè vanno e poi chi se visto se visto ? Ricordiamoci e ricordatevi, Voi che li chiamate ora eroi ed eroine solo adesso, che dietro quelle persone ci sono Famiglie. Ci sono Famiglie che aspettano a casa l' operatore della sanità per abbracciarlo con gli occhi, concedendosi al massimo un bacio sulla fronte. Gli operatori della Sanità PUBBLICA sono quelli che compiono il loro dovere curando e accudendo i contagiati. PERCHE' non si potreggono questi operatori della sanità, se sono "l'unico patromonio umano" che abbiamo per proteggerci ? Io non capisco PERCHE' queste decisioni non vengono prese. QUINDI PROTEGGIAMOLI PER PROTEGGERCI. (quando sarete stanchi di questi miei sermoni, fate una cosa semplice non leggeteli, io comunque continuerò a dichiarare ininterrotamente l' amore con la A maiuscola per mia moglie e per la mia Famiglia perchè è quello che ho, perchè è quello che voglio difendere !!!!) 
Fonte: GIUSWEB del VP

25 Marzo 2020 · 

Ho saltato una sera, mea culpa, probabilmente ne salterò altre, dipenderà dal livello della mia incazzatura / delusione sulla situazione attuale. Non voglio che ciò che scrivo sia un incentivo alla depressione, ma consideratelo una sorta di diario per tenervi "attaccati" alla vita. Sul fronte tamponi al personale della sanità pubblica in pima linea, nulla di nuovo. I "Sanitari" come vengono definiti continuano ad andare in ospedale, facendo il loro lavoro con professionalità e senso del dovere e a fine turno, tornano a casa dalle loro famiglie per incontrare gli occhi dei propri cari. Ho scoperto che gli occhi parlano, forse è sempre stato così, ma solo in questa situazione ho avuto la pazienza di osservare attentamente ogni singolo movimento, ogni singolo battito di ciglia. Ci sono momenti in cui puoi leggere nel profondo, soprattutto se di fronte a te hai la persona che ami. Io non sono una persona speciale, sono solo un uomo della strada che al tempo del corona virus, si pone domande. Domande che ultimamente non hanno risposte. Perchè una Regione agisce in un modo e la confinante in un altro. Perchè una provincia fa certe cose e la confinante non le fa ? Perchè ? Perchè alcuni con "mezza linea di febbre" fanno il tampone e altri con febbre alta da una settimana non lo fanno. Non sono un esperto, ma permettetemi di dire che non capisco. Nessuna polemica in questo mio scritto e soprattutto adesso, ci sarà tempo quando tutto sarà finito di confrontarci e di tirare fuori le "palle" per lottare affinche il diritto alla salute sancito dalla COSTITUZIONE sia rispettato. Questa sera ho visto mio padre piangere, era in uno dei suoi rari momenti di lucidità .... forse capiva ciò che stava succedendo. Ecco in questo momento di risveglio, ho visto VITA, quella vita alla quale, sono "attaccato profondamente", ho visto amore, ho visto sacrificio riconpensato, ho visto un ulteriore incentivo al credere che ce la faremo, nonostante tutto. Un abbraccio
Fonte: GIUSWEB del VP

29 Marzo 2020 · 

....mentre tornavo da casa dei miei, dopo aver cercato di accudirli per quanto possibile e soprattutto preservarli da un eventuale contagio, ho deciso di percorrere a bassa velocità la strada che separa Scandolara da Casalmaggiore.
In questi 13 km ho inconrtrato una sola automobile, quella dei carabinieri che andava in senso opposto, per il resto deserto assoluto. Quando si viaggia lentamente, ciò che scorre intorno a noi sembra rallentare e non so per quale strano meccanismo anche io mi sono sentito "rallentare" dentro. Sensazioni provate nella Toscana che amo tanto. Mi sono fatto una domanda: E' forse questo il modo giusto di vivere, di gustarsi la vita, di adagiarsi al rallentare, al riflettere, al godere della vita che abbiamo ? Ora io non ho grandi risposte ad una domanda così grande, sicuramente ho osservato molto più attentamente ciò che, come un film, mi passava intorno o attraverso, ho usato gli occhi un altra volta, tutto è passato da li, come quando dico Ti Amo a mia moglie guardandola nei suoi. Forse sarà il periodo che stiamo attraversando che ci induce ad essere riflessivi. Questa situazione, mi accorgo, che sta cambiando radicalmente, la prospettiva con cui osservo le persone, le cose, la natura e per quel che mi riguarda non sarò più lo stesso di prima, quando questo incubo sarà terminato. Credo che tutti noi dovremo fare uno sforzo per cogliere l'opportunità di un cambiamento. Credo che dovremo impostare la nostra vita alla condivisione, alla solidarietà, al dialogo, al rispetto e toglierci dalla testa muri, chiusure, discriminazioni. Credo che dovremo pensare ad una globalizzazione dei diritti, ad una trasformazione radicale del pensare l' economia, ad una trasformazione del modo di "fare SALUTE PUBBLICA", ad un ritorno dell' uomo al centro, in sintonia con il pianeta sul quale è ospite. Sono come già dicevo un uomo della strada che sicuramente farà tutto ciò che è in suo potere per favorire un cambiamento, ma sono anche un uomo che cercherà di dare ancora di più importanza alla vita VISSUTA a 360 gradi, senza risparmi e senza rinvii, questa vita è troppo breve e troppo preziosa per essere sprecata e rovinata da un virus. Quindi gente,"BUONA VITA" a voi tutti e CARPE DIEM per il cambiamento. 
Fonte: GIUSWEB del VP

3 Aprile 2020 · 

Oggi poco romantico e più incazzato. La difficoltà c'è, lo sappiamo, è una cosa mai successa va bene, ma siate trasparenti, perché non lo siete? Date comunicati solo quando beccati in fallo, tutti coesi nel coprire le verità, nell'oggi della comunicazione spot, correte ai ripari e prendete il "mi piace" da noi che siamo disinformati e pronti a reagire con un plauso alla bella novella, sapete che siamo aggrappati alla speranza, i dipendenti ospedalieri non sono tutelati, con turni massacranti, gestiti da comandanti intermedi che giustificano le loro decisioni al grido "lego l'asino dove vuole il padrone". Questa non è dignità, questo non è rispetto, questa non è umanità, questa è una "bruttissima cosa" per non dire altro, sicuramente censurabile. Tamponi subito per i dipendenti ospedalieri e comunicazioni certificate e non telefoniche dicendo "sei negativo al covid19, ma sei sicuro di stare bene?" Sappiate comunque che siete osservati e quando sarà il momento di confrontarci saremo in grado di controbattere il politichese lombardo e tutto il politichese di chi ha distrutto la sanità pubblica in Italia. Amo mia moglieFonte: GIUSWEB del VP

4 Aprile 2020 · 

Oggi poco romantico e più incazzato. La difficoltà c'è, lo sappiamo, è una cosa mai successa va bene, ma siate trasparenti, perché non lo siete? Date comunicati solo quando beccati in fallo, tutti coesi nel coprire le verità, nell'oggi della comunicazione spot, correte ai ripari e prendete il "mi piace" da noi che siamo disinformati e pronti a reagire con un plauso alla bella novella, sapete che siamo aggrappati alla speranza, i dipendenti ospedalieri non sono tutelati, con turni massacranti, gestiti da comandanti intermedi che giustificano le loro decisioni al grido "lego l'asino dove vuole il padrone". Questa non è dignità, questo non è rispetto, questa non è umanità, questa è una "bruttissima cosa" per non dire altro, sicuramente censurabile. Tamponi subito per i dipendenti ospedalieri e comunicazioni certificate e non telefoniche dicendo "sei negativo al covid19, ma sei sicuro di stare bene?"
Sappiate comunque che siete osservati e quando sarà il momento di confrontarci saremo in grado di controbattere il politichese lombardo e tutto il politichese di chi ha distrutto la sanità pubblica in Italia. Amo mia moglie. 
Fonte: GIUSWEB del VP

12 Aprile 2020 · 

Un altro bacio sulla fronte, un saluto intenso e profondo alla mia Giusi e una altra notte inizia.
Salutarsi in questo modo con gli occhi ha una complicità sempre più profonda……….
Questa sera nel tragitto da Scandolara a Casalmaggiore, ho provato a sentire i profumi, gli odori della campagna, profumi ed odori a cui sono abituato, ma che in questa stagione dell’ anno sono molto intensi ed invadenti.
Forse è il rallentare di cui parlavo pochi scritti fa.
Tutti i sensi si acuiscono, diventano più attenti alle sfumature ed io con loro.
Leggo spesso di tutto, ma in modo approfondito e meticoloso come non ho fatto mai.
Credo che la superficialità con cui affrontavo certe cose sia quasi sparita, non perché sia diventato chissà che, ma perché apprezzo le piccole cose che in questo momento assurdo, posso assaporare con un attenzione particolare.
La verità è che questo vivere, questo sentire LENTO, mi rende più concentrato, più DEBOLMENTE FORTE (passatemi questa contraddizione).
In questa mia vita, ultimamente vissuta con monotona linearità, nel senso che sono legato ad orari, ricerco anche il più piccolo segno, il più piccolo particolare di diversità.
Le diversità si scoprono proprio quando il tempo scema, quando anche il battito sensitivo si placa.
Scopri quanto il normale è diverso e quanto il diverso è normale al tempo stesso.
Esagerazioni del mio pensiero ?
Non so, non chiedetemi di giustificare quanto scrivo, viene da dentro.
A volte condizionato da ciò che altri dicono, a volte condizionato da stati d’ animo, a volte invece semplicemente istintivo, un desiderio irrefrenabile di dire a qualcuno, anche se tristemente non a quattr’occhi.
………Rivederti il mattino seguente dirti ti amo, è una continuazione di quello sguardo, alla ricerca di un contatto interiore infinito del quale non riesco a fare a meno. 
Fonte: GIUSWEB del VP

19 Aprile 2020 · 

Un'altra notte separati da questa emergenza, un'altra notte di pensieri, di riflessioni e deliri, di voglia di “normalità”, di poter tornare a ciò che eravamo prima, di poter progettare qualche breve fuga insieme, di potersi abbracciare senza limiti e restrizioni, di …., di ….., di ….. tante cose ora negate.
Questo cerchio chiuso ci limita, subdolamente condizionandoci, anche nella libertà di pensiero e nella libertà di espressione, anche se non lo vogliamo ammettere.
Condividiamo ciò che capiamo o condividiamo ciò che ci piace?
Condividiamo ciò che ci gratifica leggendolo o ciò che è vicino al nostro modo di pensare e di essere?
Ultimamente mi domando anche questo. La verità, secondo me, è che siamo tutti seduti sugli argini ad osservare il fiume che passa allegoricamente parlando.
Questa metafora descrive bene la nostra immobilità e la nostra incapacità di reagire.
Quando tutto sarà finito, se una fine esisterà di questa situazione, come saremo?
Mi sono più volte espresso, in merito, ad un mio cambiamento interiore. Ho riflettuto sul come affronterò le cose nel futuro prossimo. Ma quanti di noi rifletteranno su ciò che è stato? Quanti di noi si impegneranno per un vero cambiamento? Quanti di noi lotteranno affinché il cambiamento avvenga?
Credo, se vi interessa, che non cambierà niente, semplicemente perché, siamo come siamo e perché non vogliamo cambiare.
Mi sono convinto che non impariamo o per lo meno non siamo più in grado di imparare, forse perché non abbiamo mai vissuto un periodo come l’attuale o forse semplicemente perché siamo “inconsapevolmente ben addestrati”.
Ciò che non conosciamo ci spaventa ed è liberatorio ed umanamente comprensibile, cercare di dimenticare ciò che non ci rende felici e sereni, ciò che ci fa soffrire.
Ecco forse un errore è proprio questo, dimenticare ed ultimamente dimentichiamo tante cose, siamo pigri nel ricordo.
E’ proprio ora che non dobbiamo dimenticare.
E’ proprio ora che dobbiamo cambiare.
E’ proprio ora che dobbiamo pensare diversamente.
E ‘ proprio ora che non bisogna adagiarsi a sognare "solo ad un ritorno al prima".
…. ora basta, troppi punti di domanda in questo nero su bianco, troppo di tutto, troppo disperatamente superficiale, troppo vedersi dentro, troppe contraddizioni, troppo di niente, in fondo sono solo una persona che cerca di capire, senza riuscirci.
Buonanotte Giusi mia, ti amo. 
Fonte: GIUSWEB del VP

3 Maggio 2020 · 

Non andrà tutto bene se tutto andrà come prima, ma non abbiamo capito, perché ci rifiutiamo di capire, è diventato noioso capire, meglio essere come prima, quando appunto non capivamo. Naturalmente è triste ironia
Fonte: GIUSWEB del VP

8 Maggio 2020 · 

Cosa serve scrivere qui, non so, probabilmente niente, ma per lo meno denucio una situazione che credo non sia solo mia.Credo di essere arrivato alla frutta, mi accorgo che qui in Lombardia se sei anziano, sei solo un peso per la società e basta, non so come sia in altre regioni e mi interessa poco. Mille rivoli di burocrazia. Mille informazioni diverse. Persone che ti rispondono affrante con silenzi, facendo trasparire che non hanno risposte, ma solo altre domande. .....Aspettiamo la settimana prossima, magari cambia qualcosa, ti dicono, capisco anche la loro incertezza. Accesso alle RSA bloccato e quindi si è costretti a portare un proprio genitore ricoverato in ospedale, a casa in attesa di possibilità diverse. Un genitore che ha perso purtroppo le proprie capacità cognitive e con un quadro clinico compromesso. Per quanto un figlio unico come me ci metta voglia e amore non riuscirà mai a dare sicurezza al suo genitore se non sacrificando la vita,il lavoro, la famiglia e la propria salute. Dove è il welfare (parola che odio) , scrivete in italiano, benessere, assistenza sociale, prosperità, aiuto.. Qui non servono soldi promessi o meno da qualche fantoccio, ma servizi pubblici efficenti. Ci voleva anche questo maledetto virus per bloccare le strutture, o meglio ....lasciamo stare il discorso RSA in tempo COVID e stendiamo un velo pietoso sulle decisioni prese da certi personaggi. Farò, faremo ciò che possiamo, ma affermo che assistenza e sanità qui in regione Lombardia debbono tornare PUBBLICHE. Bisogna dare importanza e priorità al valore della vita e dignità al vivere anche se sei anziano e non sei più produttivo, senza dover per forza fatturare. Avrei voluto anche bestemmiare qui ed insultare che ci ha portato a tutto questo, ma sarei stato polemico. Già oggi se dici la verità sei disfattista e qualunquista. Strano mondo, quello che ci hanno costruito intorno, virus a parte.
Fonte: GIUSWEB del VP

7 Giugno 2020 · 

Ieri alle 15 e 30 il mio papà ci ha lasciato, sono momenti in cui ci si accorge del vero valore della vita, dei momenti, degli attimi, degli episodi che si sono condivisi, manca tutto in un batter d'occhio, credo comunque che la vita vada vissuta , vivendola in maniera dignitosa, partecipativa e condivisa, quando queste cose vengono a mancare la vita non può essere più definita tale. Spero che lui ora ritrovi, in qualsiasi posto lui sia, la passione per qualcos' altro che non so che sia. Un bacio al mio papà che probabilmente meritava di più. Per chi parteciperà ai funerali di lunedi 8 giugno alle ore 11 a Scandolara Ravara, alcune raccomandazioni. I posti in chiesa sono limitati, Il distanziamento sociale va rispettato, poi si va al cimitero ognuno con la propria automobile, non sono consentiti assembramenti. Non ci potremo abbracciare e baciare, ma solo GUARDARCI NEGLI OCCHI, QUEGLI OCCHI CHE IN QUESTO PERIODO SONO STATI L' UNICO VEICOLO PER DIRCI, TI VOGLIO BENE. Un abbraccio Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

26 Agosto 2020 · 

Un anziano entra in un RSA, adesso alcune sono fortunatamente riaperte.
Arriva da una struttura riabilitativa.
Ha doppio tampone negativo fatto in ospedale.
Applicando un normativa regionale(forse) nell' RSA di arrivo, mettono l'anziano in isolamento per 15 giorni.
Posso capire che durante il trasporto da una struttura all'altra, possa contrarre il virus quindi il tampone va rifatto nella struttura di arrivo.
Il risultato del test arriva in un paio di giorni e se il tampone è negativo perché l'anziano deve stare in isolamento 15 giorni?
Perché non può uscire dall'isolamento?
Non capisco qualcosa io?
Ma se ho capito, chi ha stabilito la norma che aveva in testa?
Di sicuro l'anziano con scarse o ridotte capacità cognitive, aumenta il suo stato confusionale e probabilmente è destinato a non recuperare più niente di quel poco che aveva.
Ho finito.
Fonte: GIUSWEB del VP

14 Settembre 2020 · 

Ieri alle 18 e 40 anche la mia mamma ci ha lasciato, solo dopo 99 giorni, ha voluto raggiungere il mio papà.
Dico "ha voluto" perchè in questi giorni abbiamo visto nel suo corpo, la stanchezza.
Allo stesso tempo abbiamo percepito la determinazione di lasciare la vita terrena per una che spero le permetta di ricongiungersi con il suo Giovanni, in un persorso sereno ancora insieme, mano nella mano.
Come ho detto per il mio papà, la vita va vissuta. Quando la stessa non ha più sapore, non trasmette più passioni, non assicura la dignità del vivere, credo che si desideri qualcos' altro su un percorso di serenità e pace.
Credo, spero di aver dato e fatto il possibile per i miei genitori, ma probabilmente non sono riuscito a dare quanto loro hanno dato a me. Un bacio grande alla mia mamma con il rammarico di avergliene dati troppo pochi. Un grande GRAZIE a mia moglie Giusi e alle mie figlie Clelia e Greta che con il loro amore e non solo, mi hanno dato forza. Ora qualche breve comunicazione: E' possibile fare visita alla Fondazione GERMANI di Cingia de Botti, domani 15 settembre dalle 15 alle 18 presso la camera mortuaria della Fondazione, noi ci saremo per accogliere chiunque vorrà incontraci. Mi raccomando il rispetto delle regole covid. Per chi parteciperà ai funerali di mercoledì 16 settembre alle ore 10 nella chiesa di Scandolara Ravara, alcune raccomandazioni. I posti in chiesa sono limitati, il distanziamento sociale va rispettato e soprattutto va indossata la mascherina,poi si va al cimitero ognuno con la propria automobile, non sono consentiti assembramenti. Non ci potremo abbracciaree baciare, ma solo GUARDARCI NEGLI OCCHI (una cosa che ho detto spesso in questi ultimi mesi). Un abbraccio a Voi tutti, Beppe. 
Fonte: GIUSWEB del VP

29 Ottobre 2020 · 

Amministratori della regione lombarda, aprite le strutture delle sanità privata convenzionata, devono diventare hub covid a costo zero, non intasate gli ospedali pubblici, sempre i soliti, sempre solo quelli, dove è la gestione del covid sul territorio? Fate scelte coraggiose se ne siete capaci. Non voglio ricominciare a guardare solo negli occhi la mia Giusi se deve ricominciare a fare turni in reparto covid.
Fonte: GIUSWEB del VP

7 Novembre 2020 · 

Fotografo due alberi da un po’ di anni, più o meno nella stessa posizione. Oggi nella mia uscita solitaria in campagna nei pressi di casa, mi sono fermato dai miei alberi, sono diventati miei, miei interiormente, sono diventati un appuntamento con il tempo, il loro tempo, il loro cambiare durante le stagioni, il loro essere lì in quel posto, il loro essere maestosamente grandi ed il mio essere infinitamente piccolo. Non credo di essere un eccezione in questo comportamento maniacal-sentimentale, molti fotografano la natura, molti meglio di me, ma oggi quel fermo immagine aveva un significato intrinseco e profondo. Osservando quel pezzo di tempo bloccato, ho notato sullo sfondo della foto altri tre alberi, proprio tra i due tronchi di queste due profetiche querce. Il primo albero era grigio, rinsecchito, alla fine del suo ciclo vitale, ma ancora attaccato al vivere. Il secondo un rigoglioso albero giovane con una chioma forte, all’inizio del suo ciclo vitale, voglioso di vivere e di esserci. Il terzo un splendido albero dalla chioma gialla, di quel giallo che solo l’autunno sa tingere, nel mezzo del suo ciclo vitale, orgoglioso della sua diversità nella sua estrema necessità di vivere. Una piccola riflessione a quel punto si è fatta strada, nella mia “normale” testa. Quell’ immagine era la rappresentazione dell’essere inclusivo, dell’essere solidale, dell’essere per tutti. Forse quell’ immagine, quei due alto fusti, mi volevano comunicare qualcosa. In questo anno, penso ci sia bisogno di dare un senso alla propria vita nel fare qualcosa per qualcuno. Quel qualcuno che sia anziano, giovane o diverso. Credo che queste tre sfaccettature siano poi contemporaneamente le facce di una stessa medaglia. Mi direte che la medaglia, ha solo due facce, vero, ma forse perché non guardiamo attentamente le cose, le situazioni, gli altri……..così come io non osservavo diversamente, quei due alberi, quegli alberi che io cerco di portare egoisticamente con me da un po’ di anni. Ho voluto scrivere qualcosa di diverso dal quotidiano sentire, ma mi sono accorto che ho scritto qualcosa di uguale al quotidiano vivere. Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

28 Novembre 2020 · 

Ogni tanto scrivo….
Tornando dal lavoro in una di queste serate nebbiose, decido di fermarmi a Scandolara, per dare un occhiata alla casa dei miei genitori. Arrivo nel viottolo, apro il cancello e mi trovo nel cortile, fermo la macchina ed osservo ciò che mi si presenta agli occhi. In quella coltre impalpabile, distinguo con difficoltà i particolari, ma da noi queste situazioni, in questa stagione, sono abbastanza comuni. Nella nebbia tutto sembra ovattato, tutto sembra fermo e irraggiungibile. Scendo dalla macchina e mi dirigo verso la porta, le sensazioni sono le stesse di sempre, profonde, pesanti, cariche di storia famigliare e di vita condivisa. Accendo la luce esterna che circondandomi, amplifica il grigiore della foschia. Entro in casa ed accendo la luce del corridoio. Mi sembra di sentire la voce di mia mamma che mi chiama, ma lei non c’è, chi ci dovrebbe essere? Entro in sala ed accendo la luce. Giro lo sguardo come se dovessi cercare non so che, nel letto non c’è nessuno, chi ci dovrebbe essere? Attraverso la stanza ed entro in cucina, accendo la luce e mi giro verso il divano, verso la poltrona come se dovessi salutare qualcuno. Sul divano e sulla poltrona non c’è nessuno, chi ci dovrebbe essere? Vado in cantina, do un occhiata a quello che era il “regno” di mio papà con le mille cose accatastate e conservate negli anni. Passa qualche attimo o forse qualche minuto, spengo la luce, la riaccendo per un ulteriore occhiata, rispengo e chiudo il portone. Percorro frettolosamente a ritroso il mio cammino, fino alla porta di entrata, riportando il buio che c’era prima del mio arrivo. Andare in quella casa, mi provoca sempre grandi sconvolgimenti emotivi. Ci sono forze che mi trattengono e altre che nello stesso momento mi spingono via. Prevalgono su di me le ultime, ricontrollo gas, luci, altre cose, come se in quella casa ci vivesse ancora qualcuno e poi “scappo” chiudendomi alle spalle la porta con quelle 7 “mandate” che sembrano infinite. Esco. Salgo in macchina, dopo aver fatto tutto di "corsa" .....mi fermo ad osservare la facciata e mi viene da piangere. Mi trattengo, ma una lacrima sfugge al mio stupido autocontrollo. Non so ultimamente ho spesso l'idea che voglio vivere diversamente, faccio sempre più fatica a scacciarla, mi viene il sospetto di aver sprecato anni importanti rincorrendo cose poco importanti. Come ho ripetutamente scritto, non sono un malinconico intristito dai miei sessant’anni, ma ogni tanto “cado” inevitabilmente in queste mie riflessioni che non sempre scrivo e soprattutto, poco, condivido. Ci sono tornato stamattina con la mia Giusi. E’ stato diverso. Sicuramente certe situazioni affrontate con la donna che amo, hanno un impatto diverso sul mio viverle. Grazie a lei. Un abbraccio a voi, Beppe. 
Fonte: GIUSWEB del VP

22 Dicembre 2020 · 

Eccomi ……. Ogni tanto scrivo….
Apprezzare piccole cose, soffermarsi sui particolari, osservare attentamente, notare le differenze nel minimo dettaglio. Queste sono diventate per me necessità. Tutto ha un “sapore” intenso, più vero. In uno dei miei scritti di aprile sul rallentare, parlavo del cambiamento interiore. Questo cambiamento è avvenuto, forse, anzi sicuramente condizionato dal succedere, in questo anno. La comprensione della realtà si è per me trasformata in modo irreversibile. Le “importanze” quotidiane non sono scomparse, ma ho imparato a dare loro un “buon peso”. I modi, i tempi con cui le affronto sono meno razionali, ma più sentimentalmente intimi. Questo approccio mi permette di godere di momenti lunghi e pieni, attimi di valore, istanti incisi nell’animo. In questo mio “cuore intimistico” sento di poter dire che queste piccole unità temporali, sono eternamente sicure. Mi capita ogni tanto di perdermi con lo sguardo fisso nel vuoto e di estraniarmi da ciò che mi circonda, ecco ciò che mi riporta nel mio esistere, nei miei affetti, è proprio il “pescare” in quel punto dentro di me. Non ho grandi certezze, se non quelle rappresentate dalle persone che amo. Cerco di “darmi” a loro almeno quanto loro si danno a me tutti i giorni, probabilmente senza riuscirci, sfruttando anche quello scrigno di cui parlavo prima. Sono giorni di festa, sicuramente diversi, ma allo stesso tempo uguali. Uguali nella ricerca delle cose, dei comportamenti, delle abitudini che questi giorni rappresentano. Sono un po’ fuori da queste “regole”, non mi appartengono, l’ho rimarcato altre volte. In ogni caso le mie opinioni poco importano. Ricercate, ritrovate la felicità dello stare con le persone importanti per voi, riversate amore con la A maiuscola, su di loro. Questo è ciò che mi sento di dirvi ora in queste poche righe. Un ultimo pensiero in queste parole che seguono, non le ho scritte io, ma avrei voluto scriverle. Alla mia Giusi: “Io non lo so, Se è così sottile, Il filo che ci tiene, Io non lo so, Che cosa manca ancora, Io non lo so, Se sono dentro o fuori, Se mi metto in pari, So che ogni lacrima è diversa, So che nessuna è come te.” Grazie di avermi letto, quando ho scritto, ho SOLO voluto dirvi che si può essere FORTI anche se si mette nero su bianco il SENTIMENTO. Un abbraccio. Beppe. 
Fonte: GIUSWEB del VP

31 Dicembre 2020 · 

Fine Anno – Inizio Anno ….. Ogni tanto scrivo. Voltare PAGINA, quale miglior abbinamento di parole per definire il passaggio di quest’ anno al successivo. Anche se il primo di gennaio sarà solo il giorno dopo il 31 di dicembre, nelle nostre menti, trainate inevitabilmente dalle convenzioni in cui “costringiamo” il tempo, rappresenterà l’abbandono di questi 12 mesi rivoluzionari. Rivoluzionari SI’, sembra un accostamento forte ed inopportuno, ma mi sento di usare questa parola. Rivoluzione significa cambiamento, mutazione, sconvolgimento, sovvertimento, rinnovamento, trasformazione, nuove opportunità. Amo la parola Rivoluzione, quanto Odio la parola Crescita nel suo uso quotidiano, come veicolo mediocre, per risolvere qualsiasi problematica. Il 2020 sarà ricordato nei libri di storia, come l’anno della pandemia ed invece secondo me dovrebbe essere ricordato per l’inizio del cambiamento, quello di cui parlavo il 22 dicembre. Probabilmente o meglio sicuramente, sarò smentito ed il tutto sarà ridotto in poche righe in fondo ad una PAGINA. Già oggi i mezzi d’ informazione fanno velatamente questa cosa cercando di “saltare l’ostacolo” senza conoscerlo, sfruttando in modo subdolo, la nostra comprensibile voglia di metterci alle spalle questo intervallo di tempo. Trovo questo modo di dimenticare velocemente, stupido e pressapochista. Credo che approfondire sia necessario per capire. Chi ha vissuto drammatici momenti in questo anno e ce l’ha fatta, ha sicuramente imparato che la vita è preziosa ed è unica, a loro il mio rispetto profondo. Conosco qualcuno che è stato in questa situazione e semplicemente guardandolo negli occhi, ascoltando le sue parole ho “assorbito” una potente voglia di rivoluzione, la voglia di Voltare PAGINA. Facciamo sì che il nostro Voltar PAGINA, non ci porti all’ ultima pagina, ma proviamo ad impegnarci, per provocare la rinascita di una passione forte per il libro a cui la PAGINA appartiene. Ripartire da quella PAGINA per scrivere nuove storie, affrontare nuove sfide come dice lo STE, Stefano Poli nella sua prima ed intensa video storia su Faccia Libro. A chiosa di questo mio ennesimo …. Ogni tanto scrivo …. Un Grazie alla mia amata Giusi e alle mie adorate figlie. Un abbraccio a tutti Voi e se volete impegnatevi affinché la vostra PAGINA non resti vuota.
Fonte: GIUSWEB del VP

25 Gennaio 2021 · 

Quanto ho dato ….. Ogni tanto scrivo. Mi interrogo nei miei “deliri interiori” su quanto ho dato. Qualcuno riterrà questo mio una perdita di tempo, ma mi sono convinto che lui, il tempo è molto poco importante, lo diventa solo se si trasforma in ossessione. Una frase che bene lo definisce, sentita ieri, è questa: “…..in fondo il presente è il passato del futuro anteriore….”. MA torniamo “in riga”. Quanto ho dato nella mia vita fino ad ora, ma soprattutto sul SE. Se veramente ho dato quanto ho ricevuto o almeno se sono arrivato vicino a restituire almeno una parte di quanto ho ricevuto. Facendo un piccolo bilancio credo di aver dato abbastanza poco, sicuramente meno. SE è una condizione di scelta, nella programmazione (informaticamente parlando), andare di qui o andare di la, dire di sì o dire di no, fare o non fare, dire o non dire ecc. SE si fa una di queste scelte, SE si prende una via o l’altra, la conseguenza potrebbe essere un altro SE è quindi un'altra scelta, un altro bivio. Ridurre la questione ad un modello matematico, forse per mia deformazione professionale, viziata da certi schemi logici è sicuramente limitante. Credo che la logica abbia poco a che fare con le decisioni dettate dal cuore. Chiunque abbia dato a me, spero lo abbia fatto al ritmo del suo battito interiore, senza schemi e soprattutto perché in quel momento ne aveva la voglia, lo sentiva. Io da parte mia quel poco che ho dato immagino sia stato indotto proprio da vera passione, forse non sempre positiva, ma comunque reale. Non sono mai stato un freddo calcolatore nelle mie scelte. Non mi è mai piaciuto riflettere molto, quando davo. Il piacere di dare è sempre stato prioritario al ragionamento sul perché. Ciò nonostante le persone che mi hanno voluto bene e che tutt’ora me ne vogliono, sono avanti “anni luce” rispetto al mio voler bene. Non è che sono avaro in sentimenti è solo che sono fatto così. Non è certo una giustificazione o peggio un muro invalicabile, è forse una “protezione” involontaria che mi porta a chiudermi. Come dicevo poco fa, mi capita di perdermi nel vuoto di una stanza intima e di isolarmi. Passerà anche questo come tutto quello che è successo ultimamente. Il mio carattere per niente facile da eterno “orso” è peggiorato. L’unica persona che riesce a fare breccia, lottando strenuamente senza risparmiarsi è la mia Giusi. Da quella breccia passa il mio amore per lei senza limiti. Coglie ogni piccolo particolare del mio viso e con una sensibilità straordinaria anche ogni mio pensiero. Essere, io un libro aperto, è per lei la strada per dare a me più di quanto io meriti, ma lei DA, apertamente con amore profondo. Penso che questo mio scritto, alla soglia dei 61, sia un po’ un ammissione di colpa, ma come sempre ciò che riverso su di un foglio bianco è come sono. Scrivo d’istinto per necessità. Sono un inguaribile ricercatore dell’ideale perfezione, almeno nella sfera famigliare, passando, perché no, anche dall’ autocritica e dal fallimento per poi rialzarmi……. Ad un futuro migliore, nel tentativo di recuperare almeno in parte sul mio debito. Un abbraccio a voi tutti. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

03 Marzo 2021 . 

Ogni tanto scrivo ….Circa un anno fa, scrivevo della mia amata Giusi, mentre usciva dalla porta di casa per affrontare una notte di assistenza ai pazienti COVID. Momenti di paura, di apprensione, di tensione, di incredulità, di tante cose confuse, legate insieme dall’ incertezza e dalla forza doverosa di fare qualcosa per chi soffriva. Oggi a quelle sensazioni se ne sono sostituite altre, stanchezza, disagio, voglia di normalità o meglio direi la voglia di semplicità. Infondo io, persona come tanti, ho imparato ad apprezzare intimamente di più, le piccole cose. Probabilmente esistevano anche prima, ma non prestavo la dovuta attenzione. Cose talmente piccole che mi attraversavano, mi scivolavano addosso ed ero incapace di prenderle, incapace di goderne a pieno. Sta proprio in queste piccolezze il succo del vivere ed è ora di bere questo nettare. Credo in una vita terrena vissuta, piena di pieno, passatemi questo gioco di parole. Non voglio più, forse ripetendomi, lasciare ciò che mi viene offerto e voglio sentire scorrere il mio tempo e quello delle persone che amo senza vuoti. Ciò che dirò ora è condizionato dal mio pensiero e dalle mie idee: “Io non so che ci aspetta dopo, so solo che noi “SIAMO ORA” e non possiamo sprecare l’esistenza considerandola solo un passaggio”. Naturalmente ognuno ha i propri convincimenti, le proprie fedi e non è mia intenzione condizionare chicchessia. Il mio è solo un modo di definire una passione nella quale ci si deve immergere senza risparmio e farsi trasportare. Tutto ciò ripeto, nelle piccole cose che hanno un intrinseco potere rivoluzionario (parola a me cara). Quanto ho steso in questi miei “Ogni tanto scrivo….”, a volte sembra contraddittorio, forse pasticciato, ma è il frutto di un dolce “adagio” altalenante ritmato dal mio vivere che è ciò “CHE HO ORA”. Dopo un anno, Giusi, ci apprestiamo ad affrontare un'altra battaglia. Ma TU ed io la vinceremo, come già abbiamo fatto poco tempo fa. Prendi dal nostro abbraccio, dai nostri baci, dal nostro tenerci la mano di queste notti, dal nostro amarci, la forza per superare anche questo “ostacolo”. Sarà triste portarti, sarà triste salutarci, perché per noi è sempre stato così, piangeremo, ma sarà infinitamente BELLO venire a riprenderti, prenderti per mano e riportarti a casa, per continuare il viaggio del NOSTRO VIVERE insieme, intrapreso tanti anni fa. Ti Amo. Un abbraccio a voi tutti. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

01 Maggio 2021 .

Ogni tanto scrivo, oggi Festa del Lavoro, un giorno doppiamente importante considerato che è anche il trentaduesimo anniversario per Giusi e me. Seduto sul divano, in attesa che l’effetto post vaccino si affievolisca, mi coglie un irrefrenabile desiderio di scrivere. Ultimamente mi pervade la voglia di parlare di Bellezza. Non la BEllezza esteriore, quella visibile e purtroppo passeggera, ma la BELlezza che è legata ad uno strano vedo non vedo. Ben intesi, sono convito che questo tipo di BELLezza si vede e si apprezza se si vuol vedere ed apprezzare. Questa BELLEzza credo sia presente in tutti noi ed in tutto ciò che ci circonda. Mi ricordo una domenica di “qualche anno fa”, in cui con Giusi si partecipava ad appuntamenti di catechismo per genitori. Il tutto poco coerente con le mie “fedi”, ma sicuramente interessante per un confronto con altri genitori, nel tentativo di trovare, forse risposte, a comuni problematiche dell’avventura genitoriale. In quella domenica, venne proposto un “test”. Al centro della stanza, un coordinatore mise un contenitore che rappresentava la preghiera. Noi genitori dovevamo con un lancio di una pallina di carta avvicinarci il più possibile a quell’ allegorico recipiente. I lanci furono i più diversificati, chi centrava esattamente, chi si avvicinava, chi meno, ma io, non per differenziarmi, lanciai alle mie spalle quella pallina di carta. Naturalmente la mia fu una scelta in controtendenza, penso l’unica, non me ne vanto, ma fu istintiva. In un primo momento passò inosservata o per lo meno io pensavo ciò, poi il parroco presente, mi chiese la ragione del mio lancio. Spiegai che ero molto distante dalla preghiera, nel senso classico, ma che quando andavo in montagna per sentieri più o meno difficili, mi fermavo ad osservare ciò che mi circondava e ritenevo quelle soste intime, una sorta di preghiera. Il parroco a quel punto, dopo aver fatto una breve riflessione, interpretò il mio lancio come l’ammirazione della BELLEZza. Quella definizione mi fece bene, era esattamente ciò che volevo far passare, far trapelare. Non mi interessava che fosse condiviso da altri, ciò che volevo fare, era presentare una visione diversa. Spero di non essere stato pesante in questo racconto, ma volevo far capire che era quel mio fermarmi che mi trasmetteva BELLEZZa, la natura mi dava senza chiedermi niente in cambio. La BELLEZZA era lì e mi porgeva la mano, come fa ogni persona che ci ama. La bellezza è nei gesti di tutti i giorni. La bellezza sta nell’ ascoltare gli altri. La bellezza sta nell’ aiutare chi ci chiede aiuto. La bellezza è nei figli e nel donare loro ascolto. La bellezza sta nell’ amare chi ci ama. La bellezza sta nella commozione, nel sentimento e nella forza che ne ricaviamo. La bellezza è nella partecipazione. La bellezza sta nell’ esserci sempre e comunque. La bellezza è l’unica “arma” contro l’odio e la discriminazione. La bellezza è un bene comune che va difeso senza limiti di impegno. Non so se la bellezza salverà il mondo, frase in voga in questi tempi, ma di certo senza la BELLEZZA e la sua salvaguardia, non si riuscirà nemmeno ad iniziare questo salvataggio. Finisco queste mie parole, con rinnovato amore per la mia Giusi con la quale rivivrei ogni singolo attimo di questi 32 anni, aggiungendo bellezza ove la stessa, forse, non appariva evidente. A voi tutti Buon PRIMO MAGGIO, vi affido la Bellezza affinché la possiate proteggere. Ricercatela fermandovi ad osservare, la bellezza non è lontana. Facciamo crescere la bellezza come il passaggio da lettere minuscole a MAIUSCOLE nell’ enunciarla. Un forte abbraccio. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

06 Settembre 2021

Ogni tanto scrivo ......durante le mie fughe lontano dal quotidiano esistere, mi capita, sempre più, di trovare pace, tranquillità e appagamento. Le “evasioni” con la mia adorata Giusi, sono da tanto tempo verso quella terra magicamente semplice chiamata Toscana. In quei luoghi è un continuo immergersi in forti emozioni, percorsi lenti e altalenanti, un saliscendi ritmato dai dolci pendii delle colline. Alzarsi al mattino e trovarsi di fronte ad una natura potente, ricca di sconvolgente bellezza, mi crea vuoti colmi di pieno. Mi blocco ad osservare tutto ciò che c'è respirandolo, con la presunzione di portarne dentro di me almeno un poco. Perdo il controllo e mi lascio trasportare tra quei colori che ogni battito di ciglia cambiano tonalità, ora con ombre protettrici, ora con luci preziose che delicatamente esaltano il presente. Salvo questo dipinto in un luogo appartato del mio cuore e....... poi si parte alla ricerca dei piccoli borghi, lontano dai più famosi e quotati. In questa ricerca si trovano, tesori d’arte, sconosciuti ai più, ma non per questo meno pregiati. Borghi in cui il valore è fatto anche di incontri con persone che senza conoscerti ti raccontano la loro vita. Nel tempo in cui le ascolti un filo si tende, ti coinvolge e ti rapisce. Camminando in quei vicoli, come per nascondersi si gira un angolo, si passa sotto un arco e si apre un meraviglioso “sguardo”, una terrazza con una panchina che si affaccia sulla valle sottostante. Un silenzio assordante ci pervade ed è qui che si ha la sensazione di poter sottrarre attimi al tempo che fugge. Il giorno prosegue in una lentezza impalpabile nella quale ci adagiamo avidamente alla voglia di trovare un altro tesoro, un altro scorcio che ci possano dare di più, anche se il tutto è lì che ci circonda. All’ imbrunire si torna carichi di emozioni, consci di aver passato una irripetibile giornata. Mi fermo ad osservare il tramonto e ricompongo idealmente la giornata trascorsa unendo i tasselli conservati nel mio sentimento. Manca solo LEI, la mia Giusi che si affaccia a questo dipinto. Vado alle sue spalle, allargo le mie braccia e le stringo intorno a lei che alza le sue mani e le stringe alle mie, siamo una persona sola, la bacio e le sussurro: “OGNI TANTO PORTAMI QUI, AMORE MIO”. Un forte abbraccio. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

13 Ottobre 2021

Ogni Tanto Scrivo.......Ad un caro AMICO
Buon viaggio giovane saggio e buon divertimento con la tua sposa 😉 in quelle terre dell'oblio gastroenologico e non solo, camminate lievi tenendovi per mano, infondo quello che abbiamo è ciò che amiamo.
Fonte: GIUSWEB del VP

26 Ottobre 2021

Ogni tanto scrivo .....bella malinconia di un vissuto che non ritorna. Bella malinconia, parole forse dolcemente contrastanti, ma io sono così, non è una novità nei miei scritti, quindi ci ricado, senza voler imparare, senza voler cambiare. Non interpretate quanto qui sotto leggerete, tristemente, come vi dicevo non sono una persona depressa, ma credo solo romanticamente attempata 😉. Quando si è giovani ci si crede invincibili, inattaccabili, inespugnabili. Giovane è il bello del crescere vivendo nuove esperienze. Giovane è il momento degli errori, per imparare ad affrontare il futuro in modo “forse” consapevole. Giovane è lo spazio in cui si fanno scelte, giuste o sbagliate, ma si fanno. Giovane è il momento degli amori spensierati, profondi, esaltanti e crudeli. Giovane è capire il proprio corpo che si trasforma cercando di accettarlo per quello che è. Giovane è cercare di credere in sé stessi, per sé stessi, entusiasticamente, per poter dare qualcosa a qualcuno. Giovane è rialzarsi dopo una caduta, cercando forza nell’ostacolo in cui si è inciampati. Giovane per questa generazione è anche attraversare questo periodo assurdo che stiamo vivendo, senza capire il perché. Giovane è anche una tempesta di gioie, tristezze, entusiasmi, delusioni, speranze….. il tutto in un turbinio che prende testa e cuore e li “mischia” senza regole, senza prendere fiato. La gioventù sta proprio qui nella leggerezza dello scorrere il tempo, senza dare peso a ciò che fugge, a ciò che sfugge, a ciò che passa …. Non c’è tempo di fermarsi, l’ avidità del vivere prende il sopravvento. Io a 61 anni conservo un po’ di tutto quello che, essere Giovane, mi ha dato e mi ha lasciato. Penso alla giovinezza senza rimpianti, infondo non è andata così male, certo avrei voluto fare altre scelte “forse”, ma non serve ripensarci. Ora è il tempo di dare e di prendere tutto ciò che arriva. Ora è il tempo di essere vivi più che mai. Ora è il tempo di apprezzare ciò che si ha di vero. Ora è il tempo di scappare ogni tanto verso terre a noi care. Ora è il tempo rinnovare l’amore per le mie figlie. Ora è il tempo in cui ci si dedica a chi ha bisogno. Ora è quel tempo in cui tutto ha un senso, tutto ha un peso. Ora è il tempo del sorriso. Ora è il tempo di sfruttare ogni attimo, senza consumarne nemmeno una briciola. Ora è il tempo di emozioni senza freni. Ora è il tempo di lasciare lo spazio di protagonisti, per prenderne uno di seconda fila, ma non meno importante. Ora è il tempo di camminare INSIEME e soprattutto il tempo di NON PERDERCI. Ora cara Giusi, è il tempo, per innamorarmi ancora di te, per continuare questa nostra storia che voglio definire inevitabile. Ora è il tempo di avere tempo. ORA E’ IL TEMPO. Un forte abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

11 Novembre 2021

Ogni tanto scrivo ….. Cara figlia mia, è un po’ di tempo che voglio scriverti da dentro, ho aspettato, ho rinviato quanto più ho potuto, cercando di preservarti dai miei pensieri. Sei una bellissima ragazza, ora una donna, con una forza e una determinazione non comuni. Non dico ciò, perché sei mia figlia, ma solo perché credo in quel che vedo, in quel che sento. Forse non vedo e non capisco tutto e questo non vedere e non capire i tuoi stati d’animo, mi crea insicurezza, ma è giusto che sia così. Hai davanti a te una vita da vivere che sarà stupenda se continuerai ad essere te stessa, senza condizionamenti, senza imposizioni, senza cadere in false illusioni o accattivanti vetrine virtuali. Cerca sempre nel profondo delle cose. Le scelte che farai, falle sempre pensando a te, agli altri e a te con gli altri. Se studierai, fallo per dare il tuo apporto e le tue conoscenze, all’umanità, al pianeta in cui vivi, alla natura che ti circonda e ciò facendo darai anche a te una grande “MANO”, vivrai serenamente e orgogliosa di quanto realizzerai e darai. C’è tanto bisogno di giovani preparati che sappiano lottare affinché il mondo sia migliore. Solo con giovani preparati e carichi di conoscenza si può combattere chi ci vuole tutti uguali e competenti. Lotta per ciò che ritieni giusto, non stare ai margini della vita, non stare sugli argini ad osservare il fiume che passa. Lotta nel rispetto delle diversità di qualsiasi genere. Lotta nel confronto continuo con gli altri, ma non abbandonarti a rabbia e violenza. Ascolta, partecipa, agisci, insomma VIVI. Questo anno è sicuramente impegnativo, spigoloso e certamente non facile da superare, ma tu credici e nulla ti fermerà. Non avere paura di chiedere, non restare con il dubbio, non dire lo farò domani, non accontentarti, sii avida di sapere. Sono semplici consigli che valgono per la scuola, ma anche nella vita. L’ umiltà, la correttezza, la trasparenza sono in te. Io sono una persona semplice che nella vita ha fatto errori, cose di cui non vado fiero, ma credo anche di aver fatto cose grandi nel mio piccolo. Devo dire che il merito delle scelte di cui vado fiero ed orgoglioso, sono state fatte grazie a quella grande Donna che è la tua mamma. La mamma ed io abbiamo cercato di trasferirti quanto abbiamo imparato nella nostra vita insieme. Credo che molto sia arrivato anche a te, infondo si cerca di tramandare Amore, farcito di vissuto. Non abbiamo mai avuto la presunzione dell’unica verità, ma sicuramente abbiamo voluto trasmetterti BELLEZZA, nel suo significato più grande. Noi donne e uomini, abbiamo sempre bisogno delle persone che ci amano, ma anche noi che dell’amore siamo dipendenti possiamo dare tanto a chi ci ama. Non arrabbiarti se a volte ti chiedo come va, cosa c’è che non va. Non fermarti a dire “tutto bene”, “niente”….. parlami di te, raccontami di te, apriti a me. Quante volte cerco il tuo viso, i tuoi capelli, per un semplice bacio nel tentativo di dirti ancora una volta: “Io ci sono”. Tra me e te c’è solo AMORE, niente di più, niente di meno. Usa l’Amore che ho per te e sfruttalo fino a quanto vorrai. Questo Amore lo troverai sempre pronto per essere prosciugato, pronto per essere rigenerato. Quando troverai la persona che ti amerà, quando troverai il vero amore, godine perché non esiste al mondo niente di più completo e appagante. Una vita spesa senza aver amato è una scatola vuota nella quale si perde tempo alla ricerca di quello che non c’è. Tu figlia mia di tempo ne hai, fai di te BELLEZZA e la vita, il tuo futuro ti sorrideranno accompagnandoti per MANO. A volte quella MANO sarà sicura, a volte non lo sarà …. Ecco in quel momento cerca la mia e la troverai sempre. Un bacio, il tuo papà.
Fonte: GIUSWEB del VP

15 Dicembre 2021

Ogni tanto scrivo …..in questa parte dell’ anno divento testardamente scontroso e refrattario al comune pensare. Non mi allineo al comportamento altrui, ritengo che non mi serva essere come gli altri, non mi interessa far parte del 99 per cento, non lo ritengo necessario. Perché solo adesso, solo in questi giorni, devo essere limpido, trasparente, benevolo, accogliente, includente, ecc. ecc. Perché ? Non giudico chi, per “fedi profonde”, partecipa al momento con convinzione. Di certo l’ aspetto religioso non mi appartiene e ciò vizia il mio giudizio sulla questione, ma rispetto profondamente la libertà di scelta dei singoli. Il mio presidente patriota è Sandro Pertini che difendeva questa libertà. In contrasto con l'apparente chiusura che emerge nel mio incipit, voglio mostrare il mio cuore, parlando della mia esistenza, nelle parole che qui di seguito “penserò”. Non scrivo per dovere, ma per necessità interiore. Non sono un uomo attaccato ai bilanci, anzi sono legato a ciò che mi è successo. Sono un uomo ripetitivo e ripentente. Adoro ritornare dove sono stato. Amo ritrovare e riprovare dentro, ciò che ho provato in tempi più o meno lontani, con gli affetti più cari e più intimi. Adoro vivere fuori dal tempo, perché odio i limiti che il suo trascorrere impone. Ho imparato la lentezza del vivere anche se a volte cado nell’ errore avverso. Mi interrogo spesso se ho fatto abbastanza, quando vado in quella casa vuota, quando osservo la mia Giusi. Amo ascoltare mia figlia Greta che mi spiega ciò che ha fatto suo. Amo vedere mia figlia Clelia quando disegna ciò che ha dentro. Amo prendere in braccio mio nipote, togliendomi di dosso quella dura corazza che molti vedono su di me. Amo camminare e fotografare la natura che ci accompagna e ci accoglie. Adoro tornare a casa ascoltando canzoni emozionanti e cantarle a squarciagola fino a quando ho voce. Amo aprirmi alla mia Giusi, scoppiando in pianti rigeneranti, perché solo lei sa sentire quello che voglio dire e Odio quando non riesco a farle capire ciò che provo per lei. Che cosa ho scritto qui non mi preoccupa, non lo voglio rileggere è bello così. Sicuramente come spesso mi succede avrò espresso concetti contraddittori, sarò caduto in polemica, ma è un fiume in piena che mi viene da dentro che non ha argini e compie il suo percorso libero, verso il mare. Nei miei scritti ho evidenziato parole scrivendole a lettere maiuscole e voglio qui elencarle a chiosa di questo “Ogni tanto scrivo…”. COSTITUZIONE, VISSUTA, LENTO, DEBOLMENTE FORTE, PUBBLICO, COLLINE, OCCHI, SIAMO ORA, BELLEZZA, VIVI, NATURA, AMORE, NON PERDERCI, ORA E’ IL TEMPO, MANO, FIGLIA .... GIUSI TI AMO. Siate sereni e abbracciate, cercate chi vi sta vicino, ora e finché ciò sarà possibile, non perdete un solo momento. Questo è quello che mi sento di dirvi dal profondo del mio animo. Un abbraccio Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

19 Gennaio 2022

Ogni tanto scrivo …. nelle mie riflessioni più o meno interiori, più o meno da persona normalmente sensata, mi accorgo nel presente, molto più che nel passato, dei colori tenui, delle sfumature, delle pieghe nascoste nella profondità dell’ animo. Credo che certe particolarità, siano tipiche delle “belle persone”. Sembra che queste donne e uomini, camminino in mezzo agli altri per vie preferenziali, senza averle scelte. Una sorta di aura invisibile, impalpabile, ma penetrante e ben chiara per chi si accorge di questa preziosa caratteristica. Non sono diventato sicuramente un sensitivo, ma probabilmente solo più sensibile nella ricerca, a volte maniacale, di ciò che non ho mai notato prima. Dare importanza agli altri non mi ha mai attirato, se non nella ristretta cerchia delle persone amate. Non voglio con questa affermazione dichiarare che sono del “partito dell’orticello”, ma solo che la mia inclinazione era molto più vicina al “vivi e lascia vivere”. Ho sempre ritenuto corretto condurre la mia esistenza, nel rispetto delle posizioni e delle opinioni altrui, cercando di comprendere e ove era possibile capire, approfondire ciò che era lontano o semplicemente diverso dal mio “comune pensare”. Ha poca importanza come ero e sono io, aspetto che definisco marginale in questa mia ponderazione, ma mi sono convinto che ora va data importanza agli altri indistintamente, in quanto parti integranti del nostro quotidiano. Filosofeggiando, direi che non esiste, secondo me e lo sottolineo secondo me, una vita da eremita (se non in casi limite), prima o poi l’ essere umano torna ad altri esseri umani, inevitabilmente. La prospettiva della solitudine mi spaventa, mi trascina in un vortice senza fondo. Stare da solo, invece, è una situazione, anche se è una palese contraddizione, che non mi preoccupa, purché ci sia un ritorno, purché ci sia dopo la salita, una discesa che mi riporti a ciò che amo. Mi spaventa il tempo anche se lo “snobbo” esorcizzandolo, spezzettandolo in milioni di attimi pur di non dargli un peso, anche se ormai sono cosciente di quel peso. Mi spaventa non sapere quanto ne ho ancora e soprattutto se in questo quanto riuscirò a fare e dare quanto vorrei. Mi dà fastidio spenderne, pensandoci, ma fa parte di me. Queste mie elucubrazioni sono probabilmente banalità o per lo meno ovvietà che “perseguitano” o sollecitano molte persone, anagraficamente parlando, vicino a me, ma come sempre il mio condividere con voi, mi fa star bene, mi piace. Se potessi rappresentare graficamente quanto qui scritto, mi spingerei nel disegnare un’onda infinita con un periodo molto lungo. In quell’ onda fatta di dolci salite e altrettanto dolci discese, chiara analogia con un paesaggio collinare, si evidenzia il mio attuale pensare. Su quell’appagante altalenare scemano le mie paure e si rafforzano le mie sicurezze, ma ciò che più mi affascina e mi guida sono le discese, i ritorni dopo aver dato tanto nelle salite. So bene chi c’è ad aspettarmi nel fondo valle, la prendo per MANO, immagine evocativa e a me cara….. insieme affrontiamo un'altra salita, un'altra partenza, una sosta su un altopiano ed un'altra discesa. Non riesco a concepire il mio futuro da “diversamente giovane” senza di lei. La mia vita è lei, con lei, che amo, la mia Giusi. Grazie per la vostra pazienza nel leggermi, passando da un argomento all’ altro senza licenza, senza un filo conduttore apparente, ma presente. Statemi bene. Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

9 Febbraio 2022

Ogni tanto scrivo…. abbiamo bisogno di emozioni, le ritengo inscindibili dal nostro esserci, almeno per me è così. Scatenare, emanare questo “nettare” infonde fragilità, insicurezza, trasparenza e allo stesso tempo forza, autenticità e veridicità. Tutti questi volti si presentano con noi e ci accompagnano. A volte in certe situazioni, tendiamo a mascherarci, a celarci dentro una corazza per non permettere agli altri di penetrare nel nostro animo. Trovo questo nascondersi, per quella che è la mia esperienza, inutile, perché prima o poi quello che c’è dentro esce e ci mostra “nudi”, come effettivamente siamo. Ho sempre disprezzato i “voltagabbana”, i cambi repentini in adattamento alle situazioni che si presentano nell’ esistenza di ognuno. Non fraintendetemi, la capacità di cambiare nel tempo è una gran dote, soprattutto se ci si deve rialzare dopo una caduta, ma ritengo che debba avere una coerenza nelle emozioni. Ho appena definito una contraddizione, come mio solito, ma ragionandoci, forse, neanche tanto. Le emozioni per loro natura sono “abbastanza” incontrollabili e quindi legarle alla razionalità risulta piuttosto difficile. Noi però ci conosciamo e sappiamo chi siamo e come siamo, se non mentiamo a noi stessi. Intendevo dire che anche le emozioni cambiano con noi, ma sono nostre e come tali le dobbiamo accettare senza patemi d’animo, senza paure e sta in questo la vera continuità. Abbandonarsi consapevolmente, cercando di impreziosire ciò che noi, come singoli, nel nostro piccolo possiamo dare e fare. Altre “ricette” puzzano di fasullo, di effimero e ci lasciano il nulla. Le emozioni sono il nostro paracadute, un salvifico canale nel quale tuffarci. Le emozioni sono la nostra voce per gridare silenziosamente: “VIVIIIIIIIIIIIII DA VIVO !!!!”. Le emozioni sono la nostra “autostrada” interiore per viaggiare in questo periodo disorientante . Le emozioni, qualsiasi evento le stimoli, sono le nostre riflessioni più profonde. Le emozioni sono il materasso su cui ricadiamo ogni volta rimbalzando verso le sincerità dei nostri sogni. Le emozioni sono il nostro passato che riaffiora riportandoci a galleggiare. Le emozioni sono in fondo piccole cose che trasportano intrinseche enormi messaggi di fiducia verso ciò che ci aspetta. Le emozioni sono la nostra lotta all’ appiattimento dell’ unicità delle differenze. Le emozioni ci fanno bene ci fanno resistere. Le emozioni sono in quell’onda di cui parlavo la scorsa volta. Un emozione è dire (come cantava in una sua canzone il grandissimo Franco Battiato) : “…..PERCHE’ SEI UN ESSERE SPECIALE ED IO AVRO’CURA DI TE”. Concludo questo ennesimo, con un invito ad ascoltare, vedere questo video: https://www.youtube.com/watch?v=UmE7nrfzcCo …… è un’ emozione da assaporare senza intristirvi, perché è un inno all’ amore che dedico alle donne della mia vita: Giusi, Clelia e Greta. Ascoltandolo ad occhi chiusi si assapora la magia della leggerezza di un volo. “BUON GODIMENTO”. Un abbraccio a tutti dal vostro “parolaio”. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

8 Febbraio 2022

Ogni Tanto Scrivo.......Ad un caro AMICO
Domanda: In giornate così terse, tu che sei un eterno fuggitivo dalla comune realtà, alla ricerca di ciò che ti tieni dentro... cosa ti trattiene nella natia Valle Padana ?
Risposta: La demenza .....
Fonte: GIUSWEB del VP

02 Marzo 2022

Ogni tanto scrivo…. “ci mancava anche la guerra vicina a noi”. Con questo inizio voglio essere provocatorio, voglio deliberatamente dire “VICINA”. Il pianeta su cui viviamo indiscutibilmente sferico è pieno di guerre e questa è una guerra in più, ma siccome ci tocca, ci indigna, ci spaventa e ci “interessa” più delle altre. Non so se sarete d’accordo su quanto scriverò, ma poco mi interessa. In tutti i posti in cui c’è una guerra è chiaro che è stata fatta una scelta sbagliata nello scatenarla, ma parteggiare per una fazione o per l’ altra è assai facile. Oggi dove “l’informazione” è fruibile in modo veloce ed immediato, un’analisi approfondita è un’utopia, almeno per la maggior parte dell’ opinione pubblica. La definizione “Opinione Pubblica” oggi, secondo me, è una contraddizione e probabilmente è meglio parlare dell’ Opinione di qualcun altro che facciamo nostra. Siamo tutti molto condizionati da ciò che ci “bombarda” mediaticamente e la verità di ciò che ci propinano viene considerata la nostra verità, perché “CI PIACE” ciò che leggiamo o ascoltiamo. Già “CI PIACE”, questo martellante dover esserci virtualmente per sentirci appagati dall’ approvazione dei nostri “seguaci” o “follower”, che dir si voglia. La guerra scoppiata in questi giorni è anche basata sui “MI PIACE” alla propaganda di questa o quella fazione. Dietro questi “MI PIACE” ci sono le persone che vivono, che lottano per vivere, che lottano per non morire. Le persone in queste condizioni vengono definite eroi e patrioti, ma sono in prima linea a fare da bersaglio alla stupidità delle decisioni altrui. Le informazioni sono volutamente frammentarie, spezzettate, ripetute e quelle poche che hanno un minimo senso non passano in primo piano, ma di striscio, nel corridoio del vedo non vedo caratterizzate da “subdola invisibilità penetrante”. Alla base delle guerre ci sono sempre ragioni economiche, mascherate da motivazioni religiose, motivazioni raziali o qualsiasi altra ragione che nasconda ai popoli le “VERE MOTIVAZIONI”. Quando non si sa che dire si citano i poteri forti, ma chi sono questi, se non altri uomini seduti da qualche parte, in un consiglio d’amministrazione a decidere come dobbiamo vivere o morire. Chi sono questi “bastardi” avranno un volto, avranno un nome, avranno una vita, oppure questi “piccoli uomini” non esistono e siamo succubi di un “algoritmo” ? NON VOGLIO qui parteggiare per l’uno, per l’altro, per gli altri, per quelli che sono associati, per quelli che credono di essere più degli altri, per quelli che dicono di avere ragione, per quelli che era meglio quando andava peggio, per quelli che vogliono prevaricare, per quelli che vogliono imporre, per quelli che insegnano un modo di fare economia a favore dei pochi, per quelli mascherati da benefattori, per quelli dell’ aperitivo risolutore “cascasse il mondo”, per quelli laureati alla facoltà di tuttologia, per quelli esperti che nascono come funghi, per quelli del “ma tu non sai”, per quelli ….., per quelli……., ecc. VOGLIO qui e non solo qui, PARTEGGIARE per la PACE tra i popoli come strumento per dare soluzioni. Direte il solito pacifista del “piffero”, può essere, non possiamo pensarla tutti allo stesso modo, ma io ci credo fermamente per il futuro di un’umanità unita in un ABBRACCIO SOLIDALE. Ricordatevi che oggi è molto più difficile e coraggioso fare una scelta di PACE che partire con le armi “a far di guerra”. Non ci sono altre strade ricordatelo, la PACE ed il CONFRONTO, sono l’unica sicura contro “l’appiattimento del nostro pianeta e dei nostri cervelli” ed è sicuramente l’unico cammino verso una meta condivisa per le generazioni future. Approfondire, discutere, collaborare nel rispetto reciproco, in questo credo. Quanto scrivo andrà su un cavo di rete in rame, per poi proseguire su fibra ottica, per poi fluttuare nell’ etere tra un’ antenna ed un'altra, per poi depositarsi in un server da qualche parte nel mondo. Probabilmente quanto scritto verrà archiviato come sovversivo e patetico da qualche ente controllore o garante della mia / nostra ormai poca privacy, NON MI INTERESSA. Io sono solo un uomo che crede in certe cose. Forse di me non ce né bisogno, sicuramente non sono il primo e certamente non l’unico, ho voluto scriverlo, tutto qui. Oggi qualche errore di troppo, qualche purista del linguaggio “italico” farà le sue osservazioni definendomi un qualunquista letterario, ci sta, anche se non lo sono, “ma non ho tempo”, lo scopo è trasmettere, non ci sono fonti da citare quando il flusso arriva dal cuore.
Siate liberi nel pensiero.
Statemi bene “gente comune, come me”.
Un abbraccio a tutti.
Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

04 Aprile 2022

Ogni tanto scrivo….in poco tempo mi ritrovo a parlar di “guerra” ancora, non capisco, non comprendo, non mi è chiaro, quanti non…. sarò probabilmente duro e chiuso all’universalità degli allineati, quindi insisterò sui NON…. Non sono schierato con questo o quel criminale, non sono schierato con l’apparente buono, non sono schierato con l’apparente paladino della giustizia, non sono schierato con gli apparenti esportatori di falsa democrazia in nome dell’ unico pensiero, non sono schierato con gli affaristi sfruttatori della situazione e soprattutto non sono schierato con i ladri di “marmellata” che poi ritraggono la mano (metafora ben chiara). Non sono filo-pinco e NON sono filo-pallino. Trovo che tutto quanto sta succedendo sia farcito di un cinico e freddo calcolo per sete di potere e di supremazia, di falsità d’animo, di mancanza di rispetto per la gente comune, di assenza di onestà intellettuale. Cosa vogliamo insegnare, trasmettere alle future generazioni, se diamo un esempio così “stupido”. Cosa vogliamo insegnare ai giovani, se li mandiamo a morire in guerra. O uomini e donne del “potere”………. Lasciateci vivere, lasciateci liberi di vivere, smettete di darci regole capestro, smettete di travisarci la realtà, smettete di condizionarci, smettete di spaventarci, smettete di ricordarci che le nostre vite sono nelle vostre “poco pulite” mani, SMETTETELA!! Quale condizione volete creare nel nostro cervello, per renderci malleabili, “governabili” e manovrabili ? So che confidate nella nostra divisione per gestirci facilmente. So che volete imporre una vostra visione del mondo. So che siete dietro le “democrazie fantoccio da sempre”. Quello che non capisco, tra le tante cose, è perché dovrei preferire una parte all’ altra, per me siete entrambe colpevoli. Voi e i vostri “accoliti” prostrati e consenzienti, per me non valete niente, perché professate guerra, odio, mediocrità, buonismo di facciata e superficialità. L’informazione è stata ribaltata ormai da tanti anni da squadre di esperti della comunicazione, psicologia delle masse, giornalismo corrotto e allineato, al servizio dei soliti NOTI. Demagogia (def. Degenerazione della democrazia, per la quale al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere) e Propaganda, questo propinate con la vostra verità assoluta e secondo voi inconfutabile. Il vostro “sport” preferito è quello di non parlare di certe cose, perché non parlarne significa affermare che un’opinione diversa non esiste. L’ informazione corretta si fa con obiettività e questa si crea con il contraddittorio, che spesso non c’è. Questo è lo schifo dei giorni nostri per convincerci che l’ unica strada e quella della guerra combattuta, è quella della guerra per la pace (questa definizione è aberrante), è quella di mandare armi finanziate con i nostri soldi, rubati alla sanità, alla cultura, all’ istruzione, è quella delle sanzioni che poi colpiscono sempre noi del popolo per niente i serventi delle multinazionali di sopra, di sotto. Questo post definitelo pure “qualunquista”, non mi interessa, in ogni caso non siete degni di una critica costruttiva, troppo tempo perso a ragionar di voi e con voi che snobbate e nascondete chi la pensa diversamente. Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

14 Aprile 2022

Ogni tanto scrivo….avevo scritto di un assurda guerra e dello schifo che ci gira intorno, di falsità, di paure, di …… ma non l’ho pubblicato, il mio fiume interiore ha deviato ed ho preferito scappare. Si scappare con la “mia” Giusi verso le terre amate. Quattro giorni come sempre intensi, di poche parole, ma carichi di emozioni, di sguardi e di intime riflessioni, tutte caratteristiche a noi due legate, con lo stesso canapo che unisce le nostre anime di innamorati. E’ stato tutto coinvolgente, ma non direi come sempre è stato, direi piuttosto che è stata BELLEZZA nel suo più profondo significato, almeno quello che io do a questo vocabolo. E’ stato come viaggiare, sollevati da terra, come su una nuvola impalpabile. E’ stato come, salire in cima alle colline e li fermarsi, bloccare per istanti interminabili tutto ciò che intorno si muoveva. Alzarsi in volo e poi planare dolcemente lungo i declivi per poi atterrare dentro di noi. La sensazione più forte è stata quella di essere lì senza perdere occasioni, cogliendole tutte, entrando a capofitto in esse, privi di controllo. Abbandonarsi alla contentezza di attimi essenziali e pesanti nel loro significato. E’ stato fantastico tuffarmi nei tuoi occhi. Sedermi con te su una panchina e stare li abbracciati, perdendoci in ciò che la natura ci offriva. Penso che perdersi sia infinitamente significativo ed evocativo di momenti che non si vogliono lasciare per strada, tenendoli stretti. Abbiamo ascoltato il silenzio che ci attorniava, il vento che ci accarezzava e da loro abbiamo “succhiato” vita. Abbiamo raccontato di noi ed ascoltato “BELLA” gente del posto e con loro ci siamo commossi. E’ stato irrealmente vero condividere tutto me stesso con te che donavi a me te stessa. E’ stato SEMPLICE tra di noi. E’ stato NORMALE tra di noi. E’ stato FACILE tra di noi. E’ stato e sarà, finchè ci sarà una possibilità. E’ semplice, normale, facile AMARTI, tutto qui. Un forte abbraccio e PACE (perché è l’unica strada) a tutti voi da Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

20 Maggio 2022

Ogni tanto scrivo ….. facendo un trova in un motore di ricerca (no name), su un browser (no name) il risultato è stato il seguente … Circa 57.500.000 risultati (0,54 secondi) ….ma che cosa ho cercato ? Ho voluto ricercare la seguente frase …… “un mondo diverso è possibile ?”. Già ha più il sapore di un trovare filosofico che tecnologico, sembra una di quelle domande alle quali dare una risposta sembra impossibile, naturalmente impossibile nella sua accezione definitiva. Ma se si volesse andare oltre il limite, forse si potrebbe dire affermativamente che UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE !!! ….. Sono SCHIERATO per una condanna di tutte le guerre senza distinzioni, MA TUTTE LE GUERRE, non se le fa qualcuno sono guerre giuste e se le fa qualcun’altro sono criminali, le guerre sono tutte sbagliate. SMETTIAMO DI RACCONTARE LE FAVOLETTE. Sono SCHIERATO CON I POPOLI, perché a questi appartengo, perché sono i popoli che soffrono. Oggi, più che mai, è complicato avere certezze. Tutto è basato sul subito e veloce, ci hanno “educato bene” alla impazienza del risultato. Poco tempo per decidere, valutare e approfondire il rapido scorrere delle cose, rapiti ed ipnotizzati dal susseguirsi martellante dei “racconti”. Credo che il punto sia proprio ciò che ho descritto nella frase precedente. Le parole chiave per un cambiamento, secondo me sono due: VIVERE e DIVERSAMENTE. Alzarci dal nostro torpore e gridare: “FERMAAAAAAAAAAAAA, IO NON CI STO !!!”. Non è possibile continuare come ora, rallentiamo tutti insieme e sediamoci concretamente a parlare liberamente delle nostre idee, delle nostre fragilità, delle nostre paure, delle domande alle quali non abbiamo risposte, dei dogmi “inaccetabilmente” risolutivi, del silenzio, della bellezza, della povertà, della diversità, dell’ accettazione, della solidarietà, dell’ amore, di libera informazione, di pacifismo. Dobbiamo riprenderci ciò che qualcuno vuole toglierci in nome di un mascherato falso futuro di benessere per tutti che in verità è per POCHI, i soliti POCHI. Bisogna reinventarsi partigiani. “E’ preferibile un campo in cui ci si siede e si discute ad un campo di battaglia”. Mi reputo un partigiano perché parteggio per la nostra Costituzione, ARTICOLO 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Mi reputo un partigiano perché parteggio per la PACE. Un’ultima postilla a Voi “…. E il mio maestro m’insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire …..” (da Prospettiva Nevski di Franco Battiato) ….. ma ogni alba è lì ed ha una rinascita in sé per continuare nella PACE e nell’AMORE tra le genti tutte. Troppo facile scrivere tutto questo ? Probabilmente sì, ma comunque l’ho scritto per comunicare “liberamente” ciò che penso, almeno questo mi resta, finchè questa libertà (vera o falsa che sia) ci sarà lo farò. Non ci sono volutamente nomi, non ci sono dati, ma credo che sia tutto chiaro. Secondo alcuni di voi ….non capisco, forse per un mio limite, quel limite che volete impormi, ma non ci riuscirete. Mi direte anche, troppo facile fare il pacifista con il …. degli altri, sì ma è altrettanto facile far di guerra se poi chi decide di farla non ci va, appunto la guerra con il …. degli altri. UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE !!! Un abbraccio e PACE a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

28 Giugno 2022

Ogni tanto scrivo ….. Non l’amo perché è giusto, l’amo e basta. Bellissima verità in poche parole perché descrivono, disegnano, ciò che è per me amare LEI. La vita insieme è come il dolce dondolarsi su un’altalena. Sentirsi chiusi, tirati indietro, per poi rilanciarsi nel vuoto, sollevati dal terreno vivere, privi di appoggi, se non quello di un abbraccio stretto ed intenso, provando quella sensazione di diversamente adolescenti, guidata da “farfalle nello stomaco”. Lo scorrere dei giorni spesso troppo uguali ci porta all’assuefazione del ripetersi quotidiano, ma quel bacio ogni mattina, ogni arrivederci, ogni ritorno, è il nostro tenerci la mano, è il nostro filo invisibile ed impalpabile da sempre che non si spezza. Un semplice bacio, un gesto eternamente bello e sincero, una necessità per noi, inguaribilmente legati. Sta cambiando il mio concetto di ritorno, nel senso che ritornare a LEI è prioritario rispetto al tornare nel posto di partenza. E’ un concetto nuovo per me che sono legato al posto in cui vivo, ma sento che qualsiasi posto sia il posto in cui si debba ritornare, basta che ci sia un ritornare a LEI. La vita non è per sempre, ma finché c’è io sono in LEI con LEI. Di sicuro sto cambiando sempre di più dentro, forse un po’ condizionato dai cambiamenti del mio fisico e di quello che succede in questo mondo. Quando arriva un problema o è ansia o preoccupazione, sto cercando di staccarmi da tutto ciò, anche se non è facile. Sto cercando, nascondendolo, di capire se pensare ad un futuro (del fare) per me ha un senso. Credo nel futuro delle mie figlie, credo nella loro BELLEZZA in quello che fanno e che riusciranno a fare nella loro vita, credo di aver dato qualche esempio, ma poche lezioni e sicuramente credo di non aver preteso da loro, mi hanno dato senza chiedere ed ho dato a loro senza che mi fosse chiesto. Vedere le cose da un'altra prospettiva considerando che non sono quello che ho, non sono quello che faccio, ma sono quello che sono senza velleità di piacere agli altri, senza allinearmi gli altri . Ciò che ho espresso, forse in modo confuso, non significa fuga, non significa abbandono, ma un intimo confronto con me stesso. Le domande che si aggrovigliano in me sono tante…. Perché ci vogliono soli tra gli altri ? Perché non ci considerano più donne e uomini e ci valutano solo come consumatori ? Perché ci raccontano le loro verità ? Perché tutti vogliono spiegarci qualcosa ? Perché c’è questo irrefrenabile desiderio di far sapere agli altri ? Perché ci continuano parlare di crescita ? Perché …… Cosa sto facendo ? Dove sto andando ? Ed è proprio a quest’ultima domanda che ritrovo in LEI la risposta, sto andando da LEI tutto qui non perché è giusto, ma perché lo voglio. Poca punteggiatura, poca regola, frasi troppo lunghe che fanno trattenere il fiato, ma è quello che sono ora mentre scrivo, domani non so, è come liberarsi dagli schemi fissi. Sono squilibri ed equilibri di ciò che mi porto dentro, forse sempre gli stessi. So che sono attaccato irrimediabilmente a LEI. Dedicato a LEI, alla mia Giusi.
Un abbraccio a tutti da Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

12 Luglio 2022  

Ogni tanto scrivo…. Oggi scriverò di ricerca, non quella di cui l’ umanità ha bisogno per risolvere i problemi che oggi affliggono il pianeta che ci ospita, ma scriverò di ricerca nell’ altro e nel mio specifico in TE. Ci vediamo per cena a tavola dopo una giornata di lavoro a parlare di lavoro, di incazzature, di quanto vorremmo fare altro, delle nostre adorate figlie. Di noi parliamo poco, ma cerchiamo di cercarci con lo sguardo, per intercettare il non detto che c’è. Spesso ridiamo ed amiamo baciarci. E’ una questione di pelle, di intesa, di vedere nell’ altra, nell’ altro, in noi, cose che altri non vedono. La stanchezza surclassa ogni altro comunicare, ma dagli occhi passa solo sincerità, da loro arriva potente il trasporto vero che qualsiasi altro “mezzo” non riesce a veicolare. Mi perdo nei tuoi occhi intensi e profondi, ti guardo e sento che mi senti dolce inquisitore nel tuo cuore. Una cosa che mi ha sempre sorpreso è lo stato d’animo che mi pervade in quel momento. Non ci sono barriere, non ci sono ostacoli alla comprensione di quello che c’è. TU sei trasparente per me, come io credo di essere per TE. Il mio carattere non è come il tuo, sono arcigno, chiuso e testardo, ma TU entri dentro di me distruggendo in un attimo ogni mia durezza come neve al sole. La BELLEZZA è la tua arma e con quella mi colpisci ripetutamente finché il mio scudo, la mia corazza cadono a terra insieme ai miei “muri” interiori. Ti riguardo e ti dico, senza parlare: “Ragazza mia, sei felice ? C’è qualcosa che stai ricercando ? Io sono qui per te, troviamolo insieme”. La ricerca continua è forse il nostro segreto, ma in verità non mi interessa definirlo in una parola, mi sembra di intrappolare un equilibrio che per sua natura non deve avere confini. Mentre scrivo mi commuovo come sempre, tu sai come sono, “un inguaribile vecchio ricercatore dell’ideale vivere”. Quale futuro ci aspetta non lo so, so quello che vorrei o meglio quello che voglio, senza condizioni. Un futuro nella ricerca continua dei tuoi occhi per infiniti momenti e li saremo insieme. Forse è proprio questo il senso di un continuo vagare alla ricerca di qualcosa che infondo abbiamo in uno sguardo, quello che abbiamo tenuto per mano da sempre. "…. Ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai….." da Una lunga storia d’amore di Gino Paoli. Alla mia Giusi la parte più importante di me. Un abbraccio a voi pazienti lettori di quanto “butto a capofitto” in queste parole che solo parole non sono. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

02 Agosto 2022

italioti……. (senza distinzione di classe o casta)
MEDIOCRI, superficiali, incompetenti, ladri di futuro, chiacchieroni, personaggini sopravvalutati, ignoranti, analfabeti di ritorno, idioti, nostalgici, racconta balle,
negazionisti, imbecilli, criminali, presenzialisti, tuttologi, furbi, raccontatori della propria vita, social dipendenti, fancazzisti, influenzatori, squadristi, spiegatori del vivere altrui, esperti della colpa degli altri, azzerati, banderuole, egoisti, dotti, medici e sapienti, ….un po' di complottisti ci stanno e anche qualche madonna.

Ma gli ITALIANI sono anche qualcosa di diverso….
forse continuerò a scrivere 
Fonte: GIUSWEB del VP

18 Agosto 2022

Ogni tanto scrivo…. Comincio a trovare repulsione, nausea per i social, ci scrivo è vero, ma solo per condividere con le persone che conosco veramente, non per avere dei “mi piace”, ma perché credo che quanto scrivo sia sentimentalmente condiviso. Ho sempre dato più importanza al sentimento, rispetto all’ emozione. L’ emozione è del momento, ma il sentimento è più duraturo, più profondo, più radicato nell’ animo umano, almeno è quello che è ora per me. Il sentimento è alla base delle passioni trainanti del vivere ed è lì che risiede il piacere intimo, la bellezza interiore, la capacità di apprezzare quello che abbiamo o meglio quello che ci viene donato. Non mi ha mai entusiasmato il possedere. Credo nella complicità profonda tra le persone. Credo che essere amati sia l’ esperienza più grande e coinvolgente del nostro percorso di vita e credo anche, allo stesso tempo, che chi è amato AMA. In questi ultimi anni, ho colto queste sfaccettature che stanno diventando fondamentali per il prossimo futuro, quel che avrò, quel che mi sarà concesso. Non voglio perdere attimi ulteriori a gioire dei risultati degli altri, non mi interessa sapere dove qualcun’altro va in vacanza, non mi interessa sapere che cosa beve o mangia qualcun altro, non mi interessa sapere se i figli degli altri sono arrivati a meritati risultati, non mi interessa, non più. Credo che per scrollarsi di dosso la mediocrità diffusa della nostra generazione si debba uscire da questi tubi virtuali in cui esaltiamo noi stessi per ricevere consenso. Io non sto giudicando nessuno, sono anche io in questo pentolone, nel quale ci “rimestolano” in continuazione propinandoci la “balla” della tutela della privacy. Siamo noi che ci mettiamo in piazza, siamo noi che violiamo la nostra sfera privata. Non ci accorgiamo più di quanto siamo “socialmente comuni” in balia dell’ unico scopo, quello di essere manovrabili, condizionabili e VENDIBILI. Ci lamentiamo di questo andazzo autorizzandolo. Ci vorrebbe una rivolta “planetaria” di tutti noi per spogliarci di questa veste virtuale, ma credo che sia tardi. La tecnologia è una gran cosa, ci lavoro da una vita, ma la tecnologia o meglio il suo “uso” esasperato e “tristemente necessario” sta distruggendo la nostra identità di donne e uomini, riducendoci a “piattume”. La tecnologia sta annientando i contatti, ci sta allontanando con l’ illusione di avvicinarci. La tecnologia ci sta dividendo, relegandoci ognuno nella propria stanza virtuale, ci costringe all’ incapacità del parlare tra di noi, generando silenzi incolmabili in ambienti ovattati, nei quali è tutto bello, facile, per niente complicato, per niente gratuito e dovuto. La tecnologia colma i vuoti che la stessa tecnologia ha creato, generando un desiderio generalizzato per le cose, che non troverà mai appagamento. Mandare un messaggio diretto alle persone che ami ci può stare se sei lontano, ma se sei vicino a lei parlale, toccala, abbracciala …. fisicamente, ma senza informare gli altri di quanto naturalmente semplice si può fare di persona. Queste sono le cose, da me espresse in un torrente incontrollato di parole, che abbiamo trovato, perso, imparato e dimenticato. La tecnologia è uno strumento, ma il suo “uso” deve essere attento, deve essere un’opportunità, ma non una necessità. Ogni tanto scrivo penso che in qualche modo andrà a finire sulla carta sfogliabile e “palpabile” o forse c’è già una prima idea, ma, “non credo sarà più nei social”, se dovrò dire qualcosa a qualcuno che stimo, che amo lo farò guardandolo, negli OCCHI e se dovrò dire qualcosa a tante persone andrò in piazza, come si faceva un tempo, oppure lo dirò a quei pochi che vedrò qui e la nei posti adorati che frequenterò. Quando ci sarà veramente bisogno di qualcuno, non saranno le centinaia di “social amici” che verranno a darti una mano, ma saranno i veri amici e quelli sono 2 o 3, non di più, questa è la verità. Non una triste verità, ma una gioiosa verità, non serve un mi piace in più, ma serve un vero abbraccio che fa star bene. Siate liberi nell’ interpretare quanto ho scritto, è una prerogativa di quanto esce dalle mie dita su una tastiera, in fondo è sempre stato così, sapete che non sono “un facile soggetto”. Rileggendo quanto scritto, mi accorgo che sono le parole di un quasi vecchio, attaccato a certe convinzioni che forse hanno poco senso o forse solo invidioso di una gioventù che non c’è più. Non so che cosa darei per poter lasciare alle nuove generazioni la voglia di lottare, di pensare, il desiderio di riappropriarsi del futuro, il coraggio della bellezza. Ma è giusto quanto dico ? Non so ma mi piacerebbe. Cari “amici”, ascoltatevi e guardatevi a tutto tondo, questa l’unica cosa che mi sento di consigliarvi, il resto potete ignoralo, se ci riuscite. Sembrano le chiacchiere di un “influencer con parecchi follower” tradotto a mio modo “imbonitore con parecchi seguaci”, ma non è così. Amo la mia famiglia e questo mi basta.
Un abbraccio a voi tutti. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

09 Settembre 2022

Ogni tanto scrivo …. contraddicendomi rispetto a quanto ho scritto l’ ultima volta, eccomi qui a “gettar parole” su un foglio, forse è un modo per esorcizzare una mia latente social-dipendenza. Comincio a pensare che probabilmente non sono molto “equilibrato” nelle mie decisioni e affermazioni. In effetti rileggendo quanto ho scritto fino ad ora, la particolarità emerge, ma sinceramente non ho voglia di “analizzarmi”, prima o poi mi disintossicherò. Oggi mi sono fermato a fare carburante, al solito posto, ho fatto il pieno, cosa che non faccio quasi mai, per una mia convinzione che non sto qui a spiegarvi, ma oggi era quel giorno in cui un pieno ci stava. Avevo ancora la possibilità di fare 290 chilometri, ma mi sono fermato. Ho visto la lancetta salire fino ai quattro quarti e alla ripartenza i 290 chilometri sono diventati 995. A quel punto nella mia testa o meglio nel mio cuore, tutto si è rimescolato e il mio momento di volo interiore, mi ha portato a pensare dove potevo andare percorrendo quei chilometri, più o meno garantiti. La prima cosa, ancora prima di partire è stata la voglia di andare da lei e portarla con me, anche ripensando a quello che spesso Giusi mi dice: “ Oggi ho pensato di venirti a prendere al lavoro e portarti via …….”. Certo che con tutti quei chilometri si possono raggiungere molti posti, ma il posto importa poco, quello che è importante è essere con lei. In queste ferie abbiamo “tradito” la nostra amata Toscana andando alla scoperta dei luoghi piemontesi. Sono state nuove emozioni, nuove sorprese, nuove esplorazioni, nuove belle persone. La caratteristica comune alle due regioni è comunque il su e giù dei dolci pendii. Anche qui le salite e le discese sono state il filo conduttore dei giorni passati in Piemonte. Abbiamo alloggiato in una stupenda casetta ristrutturata, il “CIABUTIN”, tra vigneti e alberi da frutta, fuori dal contesto metropolitano, in solitudine, senza che ci mancasse, DENTRO, alcunché. Abbiamo girato per paesi e borghi bellissimi, sorprendenti esperienze di conoscenza e passioni. Ci siamo seduti su panchine osservando quello che i nostri OCCHI potevano catturare e come nostro solito abbiamo portato dentro di noi tutto, cercando di non sprecare particolari. La BELLEZZA di queste istantanee impressionate nei nostri cuori, mi sorprende ancora oggi dopo tanti anni. Infondo ci ritroviamo sempre nei posti che ci fanno stare bene “senza sceglierli veramente”, credo che siano i posti che scelgono noi. Non si tratta di scelte meditate o esasperatamente ponderate, ma sono scelte trainate da una scia invisibile che ci guida e ci attira verso certe destinazioni, quelle di “un incoerente, romantico oblio consapevole”. Cerchiamo inconsciamente fuori quello che io e lei abbiamo dentro da sempre. In quei luoghi, come negli altri che abbiamo VISSUTO, abbiamo “rubato” vita per noi e forse abbiamo lasciato qualcosa della nostra, di noi a quei posti a quelle persone o per lo meno crediamo. Quante volte ho usato “abbiamo”, troppe per una corretta scrittura, ma sapete che io sono uno scribacchino ribelle, rivoluzionario e spesso le regole non mi appartengono. “ABBIAMO” perché ci piace possedere sentimentalmente, per noi essere “ladri di BELLEZZA” è linfa vitale. In tutto ciò che cosa c’entrano i 995 chilometri, probabilmente niente, ma voglio pensare che ci sia ancora molto tempo, molta strada, per me e Giusi, per scoprire dentro di noi quanto non conosciamo ancora là fuori, da qualche parte, in poche parole AMARCI. Concludo questa mia ennesima corrispondenza, rinnovando un abbraccio a voi tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

05 Ottobre 2022

Ogni tanto scrivo …. È un po’ di giorni che mi “frulla” in testa la voglia di analizzare la situazione attuale del nostro Paese, è abbastanza facile fare considerazioni, valutazioni e previsioni su quello che sarà il futuro dell’ Italietta nostra………… puntini di sospensione……. Considerato che sono andato a votare e non ho dato un voto utile (non so poi, utile a chi) e considerato che, continuo nella mia “carriera” di extra parlamentare non rappresentato, direi che soprassiedo sulla voglia di dire la mia. Dicendola causerei reazioni opposte e contrarie infarcite di insulti, idiozie, il tutto gratis. Rinuncio a che si parli di quel visionario (io) che prova a esprimere, proporre cose diverse, perché è di nuove idee che c’è un gran bisogno. Rinuncio ad avere un seguito nel bene e nel male, rinuncio ad avere visibilità e soprattutto a lasciare un’impronta nella terra dell’ignoranza. Ecco modestamente mi esento dall’ esporre la mia opinione, non perché mi senta superiore a qualcuno, ma solo perché aspetto il momento giusto per sfogarmi, evitando di usare come incipit “l’avevo detto”. Una frase (non mia) però devo scriverla: “ quando chi prende 10.000 euro al mese convince chi ne prende 1.300 che la colpa è di chi ne prende 500, colui che ne prende 10.000 ha vinto, ha diviso e quindi governa”. Lo so è una frase che fa tendenza, ma è vera. Il popolo può essere convinto dai pochi, di qualsiasi non verità, l’importante è attrarre e far lievitare la rabbia che già esiste, cavalcarla, specularci e approfittarsene. La logica conseguenza sarà quella di avere a disposizione un manipolo di interventisti, pronti ad immolarsi per i finti interessi del “popolo” ed i veri interessi dei “pochi”. Ad ulteriore “appoggio” al mio pensiero, leggendo ed informandomi credo in modo obiettivo, sono arrivato ad una convinzione che non è per niente complottista. La storia ci dimostra che in ogni epoca c’è un gruppo dirigente che domina, oggi il gruppo sociale dominante è la grande finanza, i grandi imprenditori e questo gruppo comanda in quanto fa pensare come lui, anche coloro che al gruppo non appartengo. Oggi quindi l’imprenditore è ammirato, il profitto è determinante, fondamentale e gli “intellettuali” dicono la stessa cosa. Il risultato è che il clan sociale delle “élite” comanda e dirige, approfittando del “pensare azzerato” degli altri gruppi sociali che non si preoccupano più di valutare, di capire, di contrastare, ma si accontenta al grido “tanto non cambia niente”. Volevo non dire, ma ho scritto, come sempre non mi smentisco. La mia incoerenza sta sfociando in una coerenza seriale e spesso mi capisco pure. Mi ritengo però libero, almeno nella mia modesta mente. Di sicuro se qualche “imbecille” di qualsiasi natura e convinzione non schiaccerà “pulsanti nefasti” e finché avrò fiato, esprimerò la mia opinione e quando qualcuno tenterà di fermarmi mi ribellerò. Voglio citare una frase di Germano Nicolini, comandante partigiano “Al Dievel” 1919-2020: “Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace, un mondo di fratellanza e serenità, purtroppo questo mondo ancora non c’è e allora riflettete, ragionate con la vostra testa e continuate la vostra lotta”. Piaccia o non piaccia ciò che ho scritto, è quello che ho scritto. Un abbraccio a tutti. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

09 Novembre 2022

Ogni tanto scrivo …. Mi perdo. Mi perdo a pensare dove vorrei essere e non valuto quello che ho, allo stesso tempo scappo da dove sono per cercare un posto che sia diverso da quello in cui vivo portando con me quello che ho, poi mi convinco che il posto non ha importanza, l’ importante è esserci con quello che ho. Come sempre le mie meticolose e nevrotiche riflessioni nascono da dentro. Scrivendo la prima frase di getto, ho poi dovuto rileggerla per capirla. Se devo essere franco, nasconde un mio disagio, nell’ affrontare i giorni tutti uguali e ritmati dall’abitudine in contraddizione con il mio essere interiormente “collinare”. La ciclicità del susseguirsi degli eventi quotidiani mi porta ad un appiattimento. Che senso ha tutto ciò alla mia età ? Sinceramente non ho una risposta e se penso a chi sta peggio di me, devo dire che il tutto sa di palese panzana. Però, volendo trovare una risposta, credo che ci sia, di fondo, una ricerca continua della felicità, dello star bene, del vivere bene e perché no, il più a lungo possibile. Ci sono state nella mia vita circostanze, situazioni in cui la tranquillità non era così a portata di mano, l’unica differenza, non da poco, era che avevo qualche annetto di meno. C’era la forza del tanto tempo davanti e la spensieratezza di non pensare troppo. Oggi invece ogni particolare ha una valenza doppia, tripla ed è difficile da gestire. Non voglio dire che si sta aprendo nella mia vita, un percorso relegato ad un inutile pensatoio, ma è come se in sogno stessi cadendo senza arrivare a toccare il suolo, vedendolo a pochissima distanza. Il mio è un volo radente ed orizzontale con una specie di “tuta alare” che mi sostiene in totale sicurezza. Penso di sapere che significato ha questa allegorica tuta. Mi piace pensare che rappresenti la ragazza che amo. LEI mi avvolge e mi guida in questo mio fluttuante librare in balia dei miei pensieri. Quando mi scosto da quell’ orizzontale condizione, LEI mi riporta lievemente, quel tanto che basta, alla rotta collinare. Con LEI mi perdo in una condizione basilare, per vivere “serenamente instabile” ed innamorato di quanto ho. La ricerca continua di queste sensazioni tiene vivi ed attaccati al dono immenso, rappresentato dall’ ESSERCI. Quindi perdersi, come scrivevo tempo fa, è linfa vitale che naviga in noi, ad un'unica condizione, quella di tenere la mano della persona amata. Ora un piccolo consiglio che forse ho già dato: “Dite grazie alla persona che amate e chiedetele ogni tanto se è felice.”
Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

16 Novembre 2022

Ogni tanto scrivo …. un fine settimana di quelli che restano anche se passano. Un fine settimana che sconfigge il tempo, in giro con LEI. Partenza di prima mattina verso i “soliti posti”, con un unico obiettivo, quello di andare senza mete certe, proprio per evitare una noiosa organizzazione che sa di definitivo che impone limiti al volo insieme. Già nel viaggio c’è un’atmosfera “ideale”, parliamo di noi, delle figlie, del nipote e poi silenzi che silenzi non sono, è come se ci toccassimo senza farlo. Poi uno sguardo a LEI, uno sguardo dentro a ciò che conta. La prima scelta arriva presto in autostrada, un bivio. Senza esitazione scegliamo la panoramica alla direttissima, proprio per cercare di sfruttare ogni scintilla di noi e quale migliore antidoto alla fretta, quello di fare una scelta in controtendenza. Ci ritroviamo su una strada con pochi altri e la sensazione è quella di essere entrati in una “bolla fuori dalla realtà”. Soddisfatti della scelta proseguiamo nel viaggio carichi di entusiasmo e pronti a ciò che verrà. Usciamo dall’ autostrada, il navigatore ci suggerisce un percorso “il più veloce, dice”, trainati da un impeto anarchico, facciamo l’esatto contrario di ciò che la “scatoletta” ci propina. La prima strada che troviamo ci porta in altre secondarie trascinandoci in una distrazione che infonde in noi una serenità rivoluzionaria. Ci fermiamo alla ricerca di resti etruschi. Seguiamo cartelli, quelli vecchi, scritti sul legno, attraversiamo vigne, uliveti immersi nei colori tardo autunnali. Scopriamo i resti antichi, respirando storia, trasporto ed eccitazione. Torniamo alla macchina e ripartiamo passando per rilievi, poggi e pievi. Ogni cantone merita una sosta e ci lasciamo persuadere fermandoci. E’ quasi ora di pranzo…. il primo posto che troviamo ci fermiamo. L’impressione non è entusiasmante, ma siamo nel vortice ed entriamo nel locale. Ci accoglie un’atmosfera semplice e cordiale. Il gestore è un decantatore, incantatore che ci mette a nostro agio ed il pranzo scorre piacevolmente lento fino al suo compimento. Anche questa scelta casuale è in piena sintonia con il nostro stato d’animo, quello di un'altra scoperta, quello di un altro cassetto aperto che contiene qualcosa che cercavi da tempo ed era sempre stato lì. Ripartiamo e in quelle strade ci ritroviamo sempre più noi stessi, quello che siamo in un turbine incontrollato e seducente. La sera giunge veloce, non ci si accorge che la vita fluisce, quando si sta bene con ciò che ci circonda. Alloggiamo in un borgo e prima di cenare vagabondiamo per le vie illuminate da luci fioche, quasi inesistenti. Il tutto trasmette una quiete appagante al limite del magico ed incantato. Dopo una buona cena, la notte ci avvolge e ci protegge l’uno nelle braccia dell’ altra a completarci nelle nostre emozioni rendendoci inseparabili. La mattina seguente si riparte con la stessa smania di essere partecipi di quello che ci verrà offerto, regalato, nel nostro peregrinare. Una nuova consapevolezza è con noi, è la voglia di vedere da una porta completamente aperta, anzi spalancata, senza filtri, senza esitazioni, attraversiamo quell’uscio e si ritorna a volteggiare. La giornata scivola con noi in emozioni, commozioni, meraviglie, stupori e sorprese, fino al suo termine con il ritorno in terra padana. Come sempre le persone che abbiamo incontrato, ancora una volta, hanno fatto la differenza, sono state il collante tra il paesaggio, l’ arte , la natura, la pace e noi due stretti nel nostro amore che è sempre stato lì a dirci “ci sono, ci sono sempre stato”. Mi convinco sempre di più che questi nostri “tuffi” in realtà parallele, ma contemporanee, sono l’espressione di quanto vogliamo essere effettivamente e la continua ricerca di attimi esclusivi ci unisce, ci lega inevitabilmente sempre più. Io non cerco altro, tutto qui.
Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

01 Dicembre 2022

Ogni tanto scrivo …. Volevo concludere questo anno, con la solita predica sulle feste, ma eviterò, sapete benissimo come la penso. Attendo con impazienza il momento in cui con Giusi potremo dedicarci …. a tutte quelle cose che vorremmo fare, a realizzare le idee, i sogni di cui parliamo da un po’, a visitare tutti i posti che ci mancano. Quando arriverà quel momento cercheremo di “dare” anche alle persone che amiamo una parte di noi, proveremo ad essere PARTIGIANI nella SOLIDARIETA’ con chi ha meno. Per fare tutto ciò non basta una vita VISSUTA e una parte di essa se ne è già andata. Se avremo la possibilità di “abbeverarci” ancora un po’ a questa fantastica avventura, cercheremo ancora di camminare LENTO tenendoci per MANO alla ricerca di attimi intensi e pieni senza risparmiarci, perché ORA È IL TEMPO. Spero che la salute ci assista o per lo meno che non ci renda impossibili alcune scelte. Facciamo parte della NATURA e nella stessa cercheremo una via per NON PERDERCI. Useremo la BELLEZZA che ci portiamo dentro, proprio quella che abbiamo “rubato” con i nostri OCCHI, nelle fughe sulle COLLINE che abbiamo “cavalcato”. SIAMO ORA con tutto ciò che abbiamo costruito. Amiamo le nostre FIGLIE Clelia e Greta. Crediamo di aver trasmesso loro qualcosa di speciale o per lo meno per noi è speciale: “AMORE” con tutto ciò che questa parola, evoca, celebra e contiene. Volevo usare tutte le parole chiave evidenziate in scritti precedenti, ma non ci sono riuscito. Forse il non esserci riuscito ha un senso, apre una via, un’opportunità nella continuità. Chiedo solo un’ultima cosa, quella di avere ancora tempo per AMARE la mia Giusi con tutto me stesso. A voi tutti una raccomandazione: “VIVETE CON PASSIONE”.
Un abbraccio a tutti e a presto. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

10 Gennaio 2023

Ogni tanto scrivo…. dopo aver stampato la mia prima raccolta, inizio questo nuovo ciclo di parole con alcune precisazioni. Non ho deciso di fissare su carta quanto ho scritto per un tornaconto personale, non voglio guadagnare vendendolo, non voglio far parte della sfera degli scrittori più o meno bravi, non ritengo di dover “godere” di meriti particolari. Come spesso ho espresso nelle parole da me riversate sul bianco foglio, ho solo voluto mettere me stesso e la chiave sta proprio in quel “…. semplicemente” che ho “stampigliato” a mò di timbro sulla copertina del libro. Semplicemente, perché sono un uomo semplice e voglio restare tale. La libertà di essere semplice, secondo me non deve avere un prezzo. Questo è il mio intendere, questo è il mio interpretare ciò che la mia testa, il mio cuore in quei momenti volevano comunicare a voi, pazienti lettori, qualcosa. La mia decisione può essere condivisa o non, ma ho voluto dare questo intimo significato al mio “piccolo volume”. Una cosa che ho voluto fare pubblicandolo è stata quella di fermare il tempo e almeno lì sulla carta credo di esserci riuscito senza presunzione alcuna, lì in quelle pagine, il tempo, è bloccato e sconfitto. Mi piace pensare che il mio “opuscoletto” possa essere tra altri “libri” in tante case e lì mi sembrerà di esserci sentimentalmente, in punta di piedi, senza disturbare. Certo ho riflettuto, pensato a come distribuirlo. La mia decisione in merito è la seguente: “a chi mi vorrà una copia del libro, chiederò una offerta libera e con quanto raccoglierò, cercherò di dare, di fare qualcosa per qualcuno che ne ha bisogno. Quando deciderò a chi destinare la somma raccolta, comunicherò la mia decisione. Per quanto possibile consegnerò il libro personalmente, lo spedirò a chi è più lontano, oppure viaggerò con la mia amata Giusi cercando di colmare le distanze e magari se Le Castelline me lo permetteranno e se troverò un sistema corretto e regolare, mi troverete sotto i fantastici e magici portici di Castelponzone in una delle prossime iniziative. Queste modalità di “consegna” mi permetteranno di dirvi grazie guardandovi negli occhi, proprio per uscire dallo schematico sistema comunicativo nel quale un po’ tutti noi, siamo relegati ed omologati. Per richiedere una copia del libro, scrivete qui oppure scrivetemi un messaggio tramite cellulare (per chi ha il mio numero)
nel modo che desiderate.
Come sempre, un abbraccio a Voi tutti da Beppe. 
Fonte: GIUSWEB del VP

27 Gennaio 2023

Ogni tanto scrivo…. Giornata della MEMORIA. Parlerò in questo mio infinito spazio di parole di: “Violenza”. Non di quella che lascia segni fisici che tutti possono vedere, ma di quella che lascia tracce invisibili, non palpabili, quella che si annida negli spazi più reconditi della nostra intima esistenza. Forse non ci facciamo caso o forse facciamo “spallucce” a tutto ciò che ci viene gettato addosso ogni giorno, ogni singolo momento o forse peggio, siamo ormai incapaci di reagire, di difenderci. L’ accettazione passiva di tutto quello che altri ci mostrano, ci dicono, ci propongono, ci vogliono insegnare è la vera violenza che noi stessi ci imponiamo e della quale siamo dipendenti. La mia non è un’alzata di scudi contro la “social-mania”, ma è semplicemente un grido di allarme per comunicare che, di questo passo azzereremo le capacità critiche, le capacità di riflessione, le capacità di valutazione, le capacità di ragionamento e di iniziativa. Non parlerò di violenza nelle prossime righe o forse si, nascondendola tra le righe stesse. Alcuni di noi (pochi), quelli della mia generazione, quelli che hanno vissuto la “transizione tecnologica” e che sono passati dallo “stupor mundi di un video terminale” alla “normalità di un cellulare intelligente” probabilmente possono ancora ribellarsi al livellamento di massa, ma per tutti gli altri, quelli come le nuove generazioni che sono il futuro del loro futuro, come faranno ad abbandonare questa “falsa comodità” ? Probabilmente la mia, fin qui, riflessione sembra catastrofica, certamente viziata dalla mia vetustà, ma invece è il proiettarsi verso una coraggiosa e forse anacronistica ribellione allo stato attuale delle cose. Non sono il tipo di persona che è in continuo conflitto generazionale e so benissimo che ogni affermazione non può avere come base la solita citazione “….ai miei tempi …..”, ogni considerazione va contestualizzata nei modi e nei tempi corretti. Noi così definiti “boomer”, figli in un’epoca in cui, secondo i superficiali catalogatori delle epoche, la prosperità era all’ordine del giorno, abbiamo le nostre colpe. Sicuramente non abbiamo criticato a sufficienza quanto ci veniva “venduto” dal “progresso” galoppante di quel periodo. Forse, io bambino in quegli anni, ero già allora condizionato da una generazione che usciva da un periodo di guerre, distruzioni, povertà e che voleva giustamente mettersi alle spalle quella violenza subita ? Non so, forse si, ma a differenza di oggi, la mia “realtà” di allora, era molto più semplice e godeva ancora di quei diritti che le attuali generazioni hanno perso completamente in nome della “crescita” che è quel nefasto parametro imposto dalle mediocri classi dirigenti che ancora decidono. Credo che per salvare il salvabile serva tanta capacità di adattamento, tanta semplicità, tanta voglia di fare, tanto “accontentarsi”, tanta sana innovazione …… siamo pronti a tutte queste cose che hanno un sentore di “RINUNCIA” ? Perché proprio le nuove generazioni dovranno “AGIRE” ? Perché proprio loro dovranno sacrificarsi per cambiare, per invertire la tendenza ? PERCHE’ il DOMANI è loro e non certo nostro e per il loro domani dovranno lottare nel rispetto delle regole, proprio per cambiarle, ci sarà chi si opporrà al cambiamento, ma la sconfitta del modo di fare attuale dovrà passare da qualcosa di veramente nuovo , anche se quel nuovo darà fastidio. Nel mio caso sarò con loro, con i giovani, sarò al loro fianco, se il mio apporto sarà utile, sarò di lato, sarò nell’angolo, ci sarò, ma senza imporre il mio modo di vedere, non parlerò della mia esperienza o lo farò solo se mi verrà chiesto. Voglio raccomandare a loro, ai giovani solo alcune cose: “Non dimenticate che cosa è stato, non rottamate la storia solo perché non vi appartiene, lei, la storia va guardata negli OCCHI, non perdete l’occasione di approfondire, non abbandonatevi alla violenza che oggi è latente tra noi, in varie forme, apparentemente innocue, siate le Donne e gli Uomini che probabilmente noi non siamo stati …. abbiate fiducia in voi stessi, confrontatevi in PACE e NON DIMENTICATEVI DI SOGNARE E DI AMARE.” Un abbraccio a Voi tutti da Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

02 Febbraio 2023

Ogni tanto scrivo…. Oggi mi sono soffermato su una parte di me che non mi aveva mai colpito così tanto, sebbene sia, siano uno “strumento” essenziale. In questo mio bloccarmi è passato uno di quegli attimi che contengono una vita intera. Parlo delle MANI, loro mi sono sembrate un libro da sfogliare nel quale leggere un’avventura. La strada tracciata nelle mani è complessa e priva di segnalazioni, un labirinto intricato nel quale, per sua natura, è difficile trovare una via d’uscita. E’ un intersecarsi di segni, vie lunghe apparentemente infinite e vie che sembrano ostruite, come in un vicolo cieco, nella loro continuità interrotta. Non mi sono mai avventurato e non ho mai voluto capire i reconditi significati della “lettura della mano”, probabilmente per scarsa fiducia nei “fattucchieri” o per paura di non so quali rivelazioni sul futuro. Ho comunque, inconsciamente approfittato di quell’ attimo per scorrere il mio esserci. Mi sono passate “davanti” diapositive nitide di accadimenti, felicità, tristezze, emozioni, amori, delusioni, errori, persone, …… tutto era lì, in quelle strade, in quei solchi incisi dal passaggio del tempo sul mio corpo. Quello che mi ha sorpreso è stato il proseguire, l’incedere, l’andare avanti di questo “contenitore”, avevo la sensazione che poi si è tramutata in certezza, di avere una intensa e solida spinta senza avere la possibilità di guardare indietro, una proiezione al domani anche se osservavo tutto nel presente. Difficile spiegare questa percezione senza sfociare in un preoccupante delirio, ma è una cosa che ho provato veramente. Lungi da me, dare un’ interpretazione spirituale, non mi appartiene il fatto di delegare, qualcosa che non si sa spiegare, ad un “dogmatico veto”. Una cosa comunque penso di averla capita. In quel campo arato disegnato nelle mie mani, ho intuito un messaggio chiaro, quelle fenditure non vanno viste con superficialità e sufficienza, ma per la loro natura vanno analizzate, cercando di scavare in profondità, cercando di, per quanto possibile, toccare la base delle stesse. E’ proprio lì in fondo che si trova la vera concreta essenza del senso della vita. Quelle rughe sono cariche di BELLEZZA, attenzione non quella esteriore, ma quella intrisa di vissuto, dal quale hanno assunto valore. Ciò ci spinge ad affrontare il nostro quotidiano senza fermarci alle apparenze, perché noi infondo siamo ciò che è stata la nostra storia. Le mani parlano di quanto hanno toccato, trascinato, portato, accarezzato, picchiato (nel mio caso una palla per tanti anni). Le mani rimembrano altre mani quelle che hanno incontrato, salutato, aiutato, stretto. Alcune di quelle “incisioni” procurano ansia, ma poi si tramutano in alternative e danno speranza e fiducia, altre lasciano spazio alla più fervida immaginazione e ti trasportano verso fantastiche mete. Un’ultima considerazione mi sovviene, queste mie mani sono divulgatrici delle mie verità, più precisamente quelle verità che io ho voluto “abitare” in questo, fin qui, mio camminare. In queste mie mani ho voluto trovare disegni evocativi, rappresentanti di quello che è stato, ma anche di quello che verrà. La mia interpretazione di questa seconda parte è ovviamente ottimistica e allo stesso tempo realistica. Come spesso ho ripetuto non ho grosse velleità, ma solo semplici desideri, semplici approcci al ciò che mi si presenterà. So che se tutto avverrà tenendo le MANI della mia Giusi, non potrà che essere “semplicemente” meraviglioso. Mi accorgo sempre più che mi ripeto, anche se cerco di trovare “sinonimi”…… mah sarà l’età, questa sconosciuta certezza di un’enigmatica esistenza. Scriveva e cantava un certo poeta…. Bob Dylan: “The answer, my friend, is blowin' in the wind, the answer is blowin' in the wind”.
Un affettuoso abbraccio a tutti voi stoici divoratori delle mie “parole nel vento”. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

28 Febbraio 2023

Ogni tanto scrivo…. E’ sempre più difficile tornare, tornare è sempre più difficile. Ennesima fuga dalla realtà, così mi va di chiamare i 3 giorni passati via da casa con Giusi. Sto diventando orgogliosamente noioso a me stesso, la destinazione è la solita, questa volta accompagnata da un tempo inclemente, ma meravigliosamente naturale. Naturale con la N maiuscola, pioggia e nuvole, ma niente di strano in questo periodo, anzi si potrebbe perfino dire, considerato lo “stravolgimento” climatico, normale. In questi giorni in Val d’Elsa, abbiamo camminato in noi, con intensa profondità di pensieri ed in contraddizione con i nostri tipici silenzi, siamo stati travolti da fiumi di parole. Parole sotto l’ ombrello rosso che ci proteggeva entrambi. Essere abbracciati sotto un'unica protezione, ci dava, un ulteriore motivo per sentirci uniti e “amalgamati” in una singola persona, in ascolto del ticchettio della pioggia che sembrava parlarci, sembrava volerci comunicare serenità. Quando la tanto attesa acqua dal cielo ci dava tregua, ascoltavamo il silenzio ed i nostri “occhi diventavano udito” dell’ esibizione esaltante dell’ ambiente circostante. Ringraziare in questi momenti diventa spontaneo, formativo e rigenerante delle nostre convinzioni. Non voglio qui celebrare l’incanto delle nostre mete, sarei ripetitivo aggiungendo ulteriori aggettivi a quanti ne ho “usati” in altri racconti, ma voglio farvi arrivare qualcosa di immateriale, voglio regalarvi qualcosa di prezioso, qualcosa che resti nel vostro animo. Non credo o meglio credo a modo mio, non seguo prediche e “storie” che mi impongono limiti di pensiero e soprattutto limiti all’approfondimento, ma voglio tentare, sempre che ciò interessi, di trasferirvi una “limpida emotività”. Spero che quanto scrivo riesca a farvi sentire, almeno in parte, quanto io e Giusi “sentiamo” nelle nostre evasioni. Non mi appartiene’ l’arroganza di propinarvi un modello da seguire, è solo un invito a lasciarsi andare al sapore del … semplicemente bello, anche se fatto di microscopiche percezioni che in queste parole non dipingo come solito, ma nascondo tra le frasi che si susseguono. Mi sono accorto che ho scarabocchiato ossimori, parole una di seguito all’altra in “apparente” contraddizione. L’acutizzarsi di questo aspetto mi piace e credo che continuerò a coltivarlo senza pretendere di generare frutti. Forse è l’inizio di una “lucida demenza”, ma se questo squilibrio significa BELLEZZA, non mi preoccupo, infondo per me è solo AMORE per Lei. Mi accommiato lasciandovi una frase capolavoro del Maestro Francesco Guccini, da “Cirano” ….. “Le verità cercate per terra, da maiali, Tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali” ……
Un sentito abbraccio a voi tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

09 Marzo 2023

Ogni tanto scrivo….Scandolara… vado quasi tutti i fine settimana a controllare “quella grande casa vuota”, controllo le solite cose. Mi fermo a guardare alcuni angoli, come se mi dovessero dire qualcosa. Particolari di vita, sembra che mi chiamino a loro per comunicarmi alcunché. Quei momenti mi riempiono di tutto e mi svuotano allo stesso tempo. Ogni cosa ha un significato e parla di chi l’ha toccata, usata, è come perdersi in storie, accadimenti, momenti,…….. del passato. Questo passato però è vissuto da me nel presente e un po’ la situazione mi destabilizza, mi viene solo voglia di scappare e di staccarmi da quella strana “colla” che mi trattiene. Non sono tutte sensazioni brutte, anzi certe rimembranze sono piacevoli e portano a tempi felici, ma allo stesso tempo, nel loro trattenermi, mi tolgono il fiato. Faccio il giro dei rubinetti, delle luci, delle porte, del granaio, delle camere, delle finestre…….. come se qualcuno fosse stato li a viverci prima del mio arrivo settimanale. Non c’è nessuno da quasi 3 anni, perché mi ostino in quei controlli ? E’ una domanda che mi pongo, ma questo indagare mi rende sereno nel momento in cui me ne vado chiudendomi alle spalle le porta principale, quella delle sette mandate. E’ come buttare il cuore e poi riprenderlo per riporlo nel suo posto consueto. Non so che cosa farò con quella casa, devo svuotare ancora armadi, cassetti, devo aprire scatole, devo buttare cose, devo, devo , devo…., ma non ho ancora trovato il coraggio di fare tutto ciò, ho paura di trovarmi di fronte a delle scelte e di fare quelle sbagliate. Le cose sopravvivono alle persone che se ne vanno e sono lì a sostenere quanto valgono sentimentalmente. Generalmente sono per le decisioni ferme, quando si tratta di far pulizia, ma non in quella casa. Dovrò trovare a breve una soluzione, dovrò usare poco l’emotività e dare priorità ad una razionalità decisionale. Cercherò di soffermarmi poco su tutto, forse ci riuscirò, cercherò di chiudere gli occhi e cercherò di non farmi coinvolgere. Su certe cose sarà difficile, ma ce la farò…forse un giorno lo farò. Dare importanza alle cose a volte è sbagliato, infondo ciò che conta sono i ricordi e quelli per quanto mi riguarda non sono soggetti a “pulizie” sono dentro di me e li resteranno per sempre. In quella casa tutto parla e tutto tace, in quella casa tutto vive e niente vive, in quella casa silenziosamente assordante tutto è fermo come quell’orologio appeso alla parete della cucina che segna un ora, sempre quella, il tempo non scorre più ed è quasi fermo. Ascolto il cancello che si chiude scivolando sul binario, lo osservo guardando nello specchietto retrovisore fino a che, anche lui si ferma con un rumore sordo. Parto, ritorno a casa dalle persone che amo e altro tempo è passato su di me.
Un abbraccio a Voi. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

21 Marzo 2023

Ogni tanto scrivo …. Libertà questa, ormai, sconosciuta parola. Oggi sarò DURO e allo stesso tempo IMPALPABILE. E’ veramente Libertà quella che stiamo vivendo ? Sappiamo che cos’è la Libertà ? Oppure è quello che ci vogliono far credere. Quei “ci”, chi sono ? Chi è che ci incanala in un pensiero unico ? Chi ci vuole convincere che la felicità del vivere è quella di essere “sani” consumatori ? Chi ci costringe ad abbandonare le nostre idee ed i nostri sogni ? Chi ci ruba vita, chiudendoci in regole inique e divisive ? Chi coltiva la nostra ignoranza e la cavalca a guisa di strumento di coercizione ? Chi vuole convincerci che certe cose non contano e ne contano solo altre ? Perché non abbiamo più la forza di ribellarci, almeno noi dormienti italiani ? Troppe domande in questo inizio, vero ? Già. Ma gente sto parlando di realtà (forse solo la mia) e della nostra incapacità di reagire a questo “andazzo”, a questo continuo declino della nostre abilità, capacità di donne e uomini. Abbiamo perso tutto ORA figli degli aforismi giornalieri ? Tutto diventa normalmente quotidiano e tutto viene assimilato senza “batter ciglio”. Non credo più, in un ritorno a qualcosa di diverso. Ritorno poi a che cosa, che non sappiamo più riconoscere il nostro percorso prima di oggi e soprattutto non siamo preparati ad un futuro che inesorabile ci viene incontro. Ci stanno costringendo in una stanza con quattro pareti, senza porte e finestre. Non dobbiamo preoccuparci di ciò che avviene fuori, ci hanno spiegato e ci stanno spiegando a “spron battuto” che fuori non c’è niente, se non altre stanze con quattro pareti senza porte e senza finestre. E’ quindi meglio rifugiarci dietro ad un tecnologico visore, avvolti in mondi in cui tutto e così drammaticamente NON REALE ? Forse l’eccessivo pessimismo di quanto sto scrivendo oggi è viziato dalla mia inadeguatezza nel trovare una soluzione, nel trovare un alternativa a tutto ciò. Sono anche io un lamentoso seriale che fa solo domande e basta ? Che serve domandare, se a nessuno interessa rispondere ? Infondo se a noi sta bene quello che ci sta succedendo, perché perdere tempo in domande ? Non ho una risposta, neanche a queste ulteriori deliranti istanze. Nel presente, non riesco ad accettare, a sopportare, l’imperante indottrinamento che spinge il virtuale verso lo schiacciamento del nostro REALE. Cerco in tutti i modi di documentarmi per trovare fonti nuove, per fami un opinione la più possibile completa, ma è sempre più difficile. Se anche avessi la fortuna di scoprirne, mi troverei nell’ impossibilità di un confronto con altri. Già perché l’arcano è proprio quello, sto facendo qualcosa anche per gli altri o sto solo facendo qualcosa per me stesso ? E’ sempre più difficile confrontarsi a quattr’occhi ed in queste mie “sbrodolate” cerco di raggiungere qualcuno con cui dibattere. L’ argomento di oggi è tosto, lo so, ma non è nuovo nelle mie missive, qui e là “a macchia di leopardo”, ho inserito spunti e provocazioni più o meno intuitivi ed intercettabili. Non nascondo che queste parole, hanno dietro una mia evidente “incazzatura” con dei bastardi, genericamente parlando. Gli uomini e le donne che sono dietro o davanti a questo schifo, non sono altro che bastardi. Io forse NON CAPISCO, io forse NON MI ADEGUO, io forse NON MI ALLINEO …….. o forse sono già inconsciamente rassegnato ed allineato, ma GENTE MIA SVEGLIATEVI e non solo quando vi mancheranno le bollicine nel bicchiere. Solo alcune cose penso di avere ancora… la voglia di scrivere, la voglia di comunicare, la voglia di confrontarmi e soprattutto la voglia di AMARE e per quest’ultima mi permetto di dire: “SCUSATE, MA NON E’ POCO !!!”. Ora comincerò, pian piano a cancellare tutti i miei …Ogni tanto scrivo…, ma prima li rileggerò con calma e poi eliminerò anche il mio profilo da questo social ….sempre che questa LIBERTA’ mi sia concessa. Probabilmente qualche algoritmo conserverà la mia traccia in qualche data center di sicuro, ma non mi interessa, oggi ci vuole coraggio anche a prendere queste decisioni, mi sentirò escluso probabilmente e dovrò guarire dalla dipendenza, ma ce la farò. IO SONO REALE E NON VIRTUALE. Chi mi conosce sa chi sono e dove sono e chi mi incontrerà in cammino, se vorrà, si fermerà a parlare con me ed io farò altrettanto. Dire BASTA è importante. Dire BASTA è un esigenza per sopravvivere. La VITA non può essere solo lavoro, ci dovete lasciare il tempo per VIVERLA, capito signori ladri della mia, della nostra ESISTENZA . Le mie ponderazioni sono ben poca cosa ed il mio coraggio è ben poco, rispetto a quello di chi sale su un “barcone” e naviga verso una SPERANZA, forse in comune abbiamo proprio lei, la SPERANZA in un CAMBIAMENTO. Il CAMBIAMENTO in cui credevano i PARTIGIANI, un mutamento che ancora non c’è, oggi minacciato e forse compromesso da BASTARDI (Gli stessi di allora ?).
Un BACIO alla mia GIUSI.
Buona VERA Vita.
Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

04 Aprile 2023

Ogni tanto scrivo …. Oggi scrivo di Oglio Po e non mi riferisco al territorio tra 2 ormai, quasi rigagnoli, il Po e l’Oglio appunto (già della SICCITA’ non interessa a nessuno, faranno gli argini nel PO per trattenere l’acqua in modo che ci sia per pochi “ORTICELLI”), ma scriverò del Nostro Presidio Ospedaliero. Ho ormai una certa età, come spesso dico, non sono di Casalmaggiore anche se ho passato più della metà della mia vita in questo posto solo per amore, ma vivo da sempre nel casalasco. Credo di aver visto in questo periodo ad un degrado continuo del territorio ed ad un impoverimento dello stesso per chiare volontà economiche e di parte. Ho assistito all’addormentarsi delle opinioni e della voglia di lottare e di capire certe dinamiche sommerse, poco divulgate anzi ben nascoste da personaggi compiacenti, pronti a salire sul carro dei vincitori. Ho assistito all’assopimento dei casalaschi, al loro adeguarsi al perdere una risorsa come l’ospedale. Nel tempo gli abitanti dell’ Oglio Po si sono adeguati ad usufruire del sistema sanitario privato convenzionato in alternativa al SISTEMA SANITARIO NAZIONALE PUBBLICO. Perché ? Perché i tempi di attesa sono lunghi e se vai dal privato convenzionato sono brevissimi e quindi la frase “IL PUBBLICO NON FUNZIONA E’ DIVENTATA DI MODA”, meglio andare al privato convenzionato pagando il ticket come al pubblico. Ora diciamo la verità una volta per tutte. VI SIETE DOMANDATI IL PERCHE’ IL PUBBLICO VA MALE ? VI SIETE CHIESTI QUANTI SOLDI PUBBLICI LA REGIONE DA ALLA SANITA’ PRIVATA ? AVETE CAPITO CHE L’IMPOVERIMENTO DELLA SANITA’ PUBBLICA E’ UNA COSA VOLUTA IN REGIONE DA 30 ANNI ? SAPETE CHE PEDIATRIA, GINECOLOGIA SONO SCOMPARSI DAL PRESIDIO OGLIO PO E CHE LA STESSA FINE LA FARA’ LA CARDIOLOGIA E ALTRI SERVIZI INDISPENSABILI PER CHI NON HA I SOLDI PER ANDARE ALLA STRUTTURA PRIVATA ? AVETE CAPITO CHE CHI HA SALVATO MIGLIAIA DI PERSONE DAL COVID E’ STATO IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO FATTO DAI DIPENDENTI PUBBLICI ? AVETE CAPITO CHE LA TANTO DECANTATA SANITA’ DEL TERRITORIO NON ESISTE SE NON IN STRUTTURE VUOTE CON IL SIMBOLO DELLA REGIONE ? AVETE CAPITO CHE ALL’ OGLIO PO E’ PIENO DI SERVIZI APPALTATI E DI PERSONALE “GETTONAIO” CHE PRENDE IN UNA GIORNATA PIU’ DI MILLE EURO, CREANDO MALUMORE NEL PERSONALE DIPENDENTE ? AVETE CAPITO ….? AVETE CAPITO ….? AVETE CAPITO ….? AVETE CAPITO ….? AVETE CAPITO ….? Purtroppo credo di NO, quando leggo alcuni post PRESSAPOCHISTI che evidenziano la differenza tra PUBBLICO e PRIVATO. Ma vedo che NON AVETE CAPITO dal MENEFREGHISMO imperante e ad un IGNORANZA di RITORNO, dovuti anche alla COMUNICAZIONE MONOTEMATICA dei mezzi di informazione o del MAINSTREAM (come si vuol dire oggi). Siamo ormai azzerati in piena coerenza con l’azzeramento progressivo dell’ Oglio Po. Accettazione RASSEGNATA. Ricordate quando li definivate EROI DEL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO ITALIANO, quando in pandemia SERVIVANO e si SACRIFICAVANO …… Ricordate “amici” dalla memoria corta ? Ora che sono in difficoltà e lavorano male con scarse Risorse e DEPOTENZIAMENTO continuo lì accusate di INEFFICIENZA. Come scrivevo tempo fa uno dei DRAMMI dei giorni nostri è la dimenticanza SERIALE indotta da un assopimento progressivo e da un azzeramento totale della capacità di LOTTARE contro LE RISCRITTURE DELLA STORIA e DELLA REALTA’. Andate dalla Sanità privata CONVENZIONATA pagata con i SOLDI PUBBLICI e quando il PRIVATO vi dirà …se avete UN ASSICURAZIONE …stipulerete UN ASSICURAZIONE PRIVATA presso le Filantropiche compagnie ASSICURATRICI, pronte, sul pezzo, per creare il prodotto AD HOC per questo e quel servizio. VOGLIONO CONVINCERCI CHE LA COLPA DI TUTTO CIO’ E’ DI CHI NON POTRA’ PERMETTERSI QUELL’ ASSICURAZIONE e ci STANNO RIUSCENDO. LA MIA ASSICURAZIONE ed è anche la vostra SE AVETE VOGLIA DI LOTTARE E’ LA COSTITUZIONE. Articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Se non piace ciò che scrivo, per il momento siete liberi di non leggere.
Buona LOTTA.
Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

12 Aprile 2023

Ogni tanto scrivo …. Cerco di informarmi in modo obiettivo, cerco di trovare fonti, cerco di capire dove va l’uomo, cerco di pensare liberamente, cerco di valutare ciò in cui ho sempre creduto, cerco continuamente, ma non trovo. Questa premessa fa pensare alle mie solite elementari elucubrazioni, poco trasparenti anche a me stesso, ma invece voglio avventurarmi nel comprendere, nel mio piccolo, il significato di AI o IA in italiano. Intelligenza Artificiale. Se ne parla ultimamente un po’ dappertutto nel disinteresse generale, come per tutte le novità che novità non sono. IA parte da molto lontano ed è già presente ai nostri giorni. Alcuni aspetti dell’ IA sono ormai “digeriti, assimilati” da noi tutti come la più “normale normalità”. Molti comportamenti del nostro quotidiano sono già indotti e “guidati” da un IA ben radicata. Sono ormai cose che facciamo o ci fanno fare nell’assoluto anonimato senza che noi si riesca a valutare ciò che eseguiamo automaticamente. E’ un processo, ripeto, partito molti anni fa e siamo nella “giostra-ruota per criceti” da un bel po’. Basta guardarci intorno lungo la strada, tutti chiusi in quel cellulare, senza osservare quello che ancora di vero abbiamo intorno. Ora una bella raffica di domande e qualche affermazione per “ritrovare il respiro”. Quanto potrà influire l’IA sul nostro futuro, quanto già influisce sul presente ? Quanto diminuirà la nostra capacità di fare ricerca su fonti alternative ? Per quanto le fonti alternative saranno disponibili ? Fino a quando ci sarà la possibilità di farsi un’opinione ? Ci sarà un momento in cui l’opinione sarà creata solo virtualmente ? L’ uomo come essere vivente dotato di intelligenza “superiore” ha creato e crea da sempre innovazione e da soluzioni a problemi, ma fino a quando sarà in grado di controllare la tecnologia che lui stesso crea ? Quando l’IA non sarà più controllabile e limitabile ? Quanto le generazioni attuali e future sapranno scindere il reale dal virtuale ? La pigrizia mentale indotta e creata nel tempo uccide la nostra capacità di avere un pensiero libero. Quanto la storia, il passato avrà ancora un senso e soprattutto chi ci fornirà le informazioni ? Sarà sicuramente più “facile”, più “conveniente”, più veloce chiedere all’IA le informazioni, piuttosto che andare in una biblioteca a sfogliare libri, magari per giorni, settimane , mesi per trovare una risposta ? La nostra pigrizia vincerà e ci accontenteremo dell’obiettivo raggiunto in pochi secondi vero o falso che sia senza troppi fronzoli, senza troppi approfondimenti da parte nostra, il risultato sarà esaustivo e soddisfacente e probabilmente non lo leggeremo neanche, l’algoritmo dell’IA lo farà per noi usando una voce “sinteticamente” rassicurante. Certo l’IA in molti casi sfruttando la capacità elaborativa, la grande velocità nell’ analizzare milioni e milioni di dati in pochissimi secondi permetterà di prendere decisioni che salveranno vite, tutto basato sulla logica di programmi che apprenderanno continuamente da informazioni che l’uomo fornirà col suo comportamento ormai trasformato. Provate solo a pensare alla nostra navigazione nel web, il nostro comportamento da “internauti” viene registrato su macchine sulle quali “girano” programmi sempre più evoluti che elaborano il nostro agire, per esempio sullo smartphone. Quale è la prima conseguenza ? Ci vengono “fornite” continue sollecitazioni relative a cose che abbiamo ricercato intrappolandoci in una ragnatela dalla quale non siamo più capaci di scappare. Questo è un primo esempio di condizionamento da IA e qui si tratta “solo” ( si fa per dire ) di MERCATO……… MA RIFLETTIAMO QUANDO CI VERRANO SERVITE OPINIONI GENERATE DA UN “CHATBOT” COME REAGIREMO ? Definizione di chatbot: un chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale. {[(Google “docet”)]}. Col tempo una domanda fatta ad un Chatbot avrà una risposta unica e priva di contradditorio, sarà la fine dell’ uomo “intelligente” ? Ci sarà un ritorno alle BARRIERE DOGMATICHE TANTO CARE ALLE RELIGIONI, ma di TIPO TECNOLOGICO ? Apocalisse tecnologica del “futuro presente” ? Certo la mia generazione ha il “vantaggio di aver vissuto anche l’altra faccia della medaglia” quando tutto ciò non c’era, forse c’era qualcos’altro e non ce ne siamo accorti ……. Voglio credere nell’ umanità, ma molte crepe nella sua “intelligenza” comincio a vederle E NON MI PIACE, conta pochissimo lo so, ma credo che la stupidità stia diventando dominante. Come mio solito, troppe domande, poche risposte ? Rischio di diventare NOIOSO ai più ? Sicuramente, non ho affrontato un ARGOMENTINO. Sicuramente lo avrò fatto in modo superficiale, ma con CONCRETA convinzione. Credo che i giovani, vogliano essere riconosciuti come persone, come cittadini e non come servizi votati alla produzione e schiavi del mercato della crescita. I giovani hanno capito, molto di più di quello che non abbiamo capito noi, i giovani, spero, non vogliano ridursi ad essere definiti da un profilo su un social. Stare fuori è probabilmente il loro obiettivo, stare fuori per non stare dentro ed adeguarsi al profitto, al denaro come unici veicoli della loro esistenza. Credo nei GIOVANI. Ora un po’ di PeSaNtE LeGgErEzZa. Sono in un locale con la mia amata Giusi ed osservo una famiglia seduta ad un tavolo vicino al nostro, in attesa di quanto ordinato. La famigliola (papà, mamma, e due figlie) è in “tecnologico silenzio”. Ogni componente del nucleo è relegato nello schermo del suo cellulare e tristemente non comunica “alla VECCHIA MANIERA”. Lungi da me giudicare quella “scena” ….. ma questa è la realtà che vogliamo ? Quanta “libertà” c’è in questo teatrino ? Per me NESSUNA. Pessimista ? No per Niente.
Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

26 Aprile 2023

Ogni tanto scrivo …. Non so se quanto scrivo piacerà alla mia adorata famiglia, ma devo comunicare con lei. Non catalogate questo mio sfogo con il cartellino del pessimismo, Io non sono pessimista e il mio non esserlo viene proprio dall’avervi accanto. Io per primo sono il destinatario di questo “mea culpa” e quindi voglio mettermi in discussione. Credo che il futuro per noi donne e uomini non sia rose e fiori, anzi sarà un futuro di contrasti e sicuramente di lotte per poter salvare il salvabile. Allo scopo di contrastare con quanta forza ho in corpo questo declino, tenterò nel mio piccolo di limitare la mia dipendenza dai social e cercherò di impormi delle regole tra me e lo strumento che ormai accompagna il nostro quotidiano. Scriverò ancora per comunicare le mie kilometriche opinioni, le mie intense e personali sensazioni, voglio mettere questo mio appuntamento, con lo scritto in modo positivo. Cercherò di comunicare con voi e con le poche persone che ritengo importanti usando “l’aggeggio telefonico” in modo costruttivo e cioè per quello che è, uno strumento appunto. Cercherò, Vi cercherò per parlare con voi guardandovi in viso. Cercherò di informarmi su pochi siti, cercherò di leggere la carta stampata e con questo intendo libri. Cercherò di combattere l’ignoranza che mi sta rubando l’anima e che mi sta rendendo vulnerabile al pensiero guidato. Cercherò di uscire da certi canali e probabilmente diventerò antipatico ai molti (pazienza). Credo che in questa vita, così come la viviamo, le cose che hanno un valore siano veramente poche e quelle poche vanno preservate e tramandate. Voglio uscire da questa gabbia (soli in mezzo agli altri) che mi costringe e che vi costringe seduti su un divano a guardare in un telefono, come se tutto fosse lì dentro e niente fuori. Cercherò, cercheremo insieme, se vorrete, una via. Credo che sia giunto il momento di essere meno “piegato”. Voglio dire quello che mi passa per la testa, perché credo di saper discutere di quel che affermo, perché credo di saper sostenere le mie opinioni, perché studio e credo di conoscere, perché leggo e non dentro uno schermo, ma su fogli palpabili che scorrono tra le mie dita. Credo che l’ignoranza, generi ignoranza, rassegnazione ed accettazione di tutto senza stimolare una capacità critica. Chi non conosce, chi non si informa è prima di tutto un pericolo per se stesso. Alle mie figlie voglio solo dire: “Siate AVIDE di CONOSCENZA, vi permetterà di essere INDIPENDENTI, CAPACI di LOTTARE, di DISCUTERE, di SOSTENERE le vostre IDEE, ma CONFRONTATEVI. Uscite all’aria aperta e respirate la LIBERTA’ di poterlo fare”. Una cosa che ultimamente mi spaventa è il non potervi proteggere, il non potervi guidare, il non potervi aiutare, il non potervi scuotere dal torpore che ci sta avvolgendo. E’ sempre più difficile vedere persone veramente felici. Credo che la vera sfida per il futuro che ci attente, molto di più il vostro che il mio, sia veramente la ribellione alla frase: “Che cosa ci posso fare io ?”. Alla mia ragazza Giusi, dico solo poche cose. Abbiamo condiviso tanto noi due e abbiamo superato tanti ostacoli. Nel nostro stare insieme è passata tanta vita. A volte sono emersi dubbiosi silenzi che poi si sono sciolti come neve al sole. E’ bastato parlarne, aprirsi, abbracciarsi e tutto è svanito. Spesso ti aspetti da me cose che io non faccio, decisioni che io non prendo, ma credo che tutto faccia parte della nostra storia. Una storia d’amore che ci tiene incollati da tantissimi anni il primo marzo siamo arrivati a 38. Non so se comprenderai, se comprenderete (non per colpa tua, vostra) in prima istanza quanto cerco di comunicarvi, in effetti è un po’ forte, ma sento l’esigenza di scriverlo in primis a voi che siete tutto per me. Non sono le mie ultime volontà testamentarie, avrei intenzione di vivere ancora un bel po’, quindi armatevi di pazienza e probabilmente di una buona dose di sopportazione. VI AMO ed è per questo che vi scrivo a cuore aperto.
Per sempre VOSTRO. Papà, Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

01 Maggio 2023

Ogni tanto scrivo …. A Lei ….Quanti anni insieme, quanta vita condivisa, quanto con te ho sbagliato, quanto di noi, quanti degli altri con noi, quanto siamo scappati, , quanto di quel mondo fatato ci siamo rifugiati, quanto ti ho amato, quanto ti amo. Inizio questa mio “canto” dedicato a te, col “quantificare” anche se non riesco farlo. Non mi piace, come spesso ho detto, dare un peso, soprattutto quando parlo di te e di te con me. Non c’è niente di particolare da festeggiare o meglio le date ci sono, ma da “orso” quale sono, vorrei avventurarmi in uno dei miei voli, poco alti sul terreno, quei voli in cui tu mi guidi prendendomi per mano. In questo congiungerci si crea un cammino dentro. Le emozioni si mescolano, agitate da un lento passaggio sulla pelle e attraverso questo sfiorarsi navigano fino al cuore. E’ li in quel punto che tutto riparte e si rigenera. Questo circolo continuo ci trattiene e crea una protezione solo nostra. Non è una chiusura al mondo, anzi è il tentativo di divulgare agli affetti cari e forse anche a chi riteniamo per noi importanti, una via senza ostentarla, senza renderla esplicita. Profonde sensazioni mi assalgono quando sei li, in quel circuito con me. Essere l’uomo che tu hai scelto tanti anni fa, sentendo solo la mia voce, mi ha sempre affascinato. In quella sera di ottobre 1984 eravamo piacevolmente soli tra amici, abbiamo cominciato a parlare di noi senza conoscerci ed abbiamo riversato l’uno sull’altra fiumi di parole, eravamo come avvolti da un sottile velo protettore, convinti di essere invisibile agli altri. Ricordo ancora con tenerezza i tuoi occhi che brillavano, gli stessi occhi che ho ritrovato quando lasciavi la tua casa per andare in ospedale durante quel brutto periodo passato, già anche in quei momenti i tuoi occhi parlavano la stessa lingua, la lingua dell’ amore per chi ti stava a cuore. Nel tuo amare, nel tuo amarmi c’è sempre stata quella luce ed era ed è la tua voglia di dare “semplicemente“. Ho scritto in passato su quanto io ho dato a te e ho capito che il mio “ritardo” su quanto tu avevi dato a me era incolmabile. Sto recuperando forse qualcosa, ma probabilmente non mi basterà il vivere che mi sarà concesso. Il mio privilegio è quello di esserti accanto con “invadente discrezione”. Non ho mai pensato nella mia storia con te come se fosse per sempre, proprio per esorcizzare la paura che la stessa avesse una fine. Credo proprio che la tua mano che dolcemente mi tiene legato indissolubilmente a te, sia diventata come l’aria che respiro ogni giorno al tuo fianco. Un ultimo ricordo dalla terra toscana, in quel di Trequanda, quando siamo entrati in quella chiesa piena di fiori. In quel luogo che sembrava per noi preparato, ho avuto la voglia di prenderti la mano e pronunziare la promessa fatta 34 anni fa, la voce un po’ mi tremava, ma in quei tuoi occhi mi sono tuffano perdendomi con te. Perdersi per ritrovarsi, questo il nostro filo conduttore. Non so quanto o meglio non voglio saperlo, troppi istanti preziosi spesi nella preoccupazione del pensiero. Ed ora, commosso nel rileggermi ti chiedo:
“Portami con te.” Ti Amo Giusi, tutto qui.
A voi tutti un abbraccio. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

20 Maggio 2023

Ogni tanto scrivo …. Sempre più difficile trovare strade, trovare risposte, trovare soluzioni a ciò che ci accade intorno. Lavoro ancora, come del resto tanti miei coetanei che non hanno ancora raggiunto quel maledetto numero. Mi ritrovo in un ufficio con colleghi più giovani di me, mediamente di vent’anni. La differenza è tanta, li ascolto nel loro quotidiano raccontarsi, nel loro vivere giorni tutti uguali, nel loro farsi scivolare addosso quanto succede. Ogni tanto intervengo nelle loro discussioni e cerco di dire la mia, quella almeno che credo sia la verità delle mie parole. Vedo in loro fatalismo, questo mi sembra. Parlano di guerra, siccità, alluvioni informandosi sulle pagine web senza approfondire e di ciò si accontentano. Spesso siamo in contrasto, ma ci sono anche volte in cui siamo insieme in uno strano equilibrio sulla stessa corda. Non capisco perché in certi casi mi arrabbio, non riesco a frenare queste mia deviazione dall’accontentarmi. La mia voglia di trasmettere loro la mia esperienza e le mie convinzioni prende il sopravvento, a quel punto mi accorgo che dopo un po’ l’attenzione scema e svanisce. Li comprendo, spesso esagero e non capisco quando smettere. Il mio trasporto nel comunicare con loro ha altri tempi, ritmi privi di sincronia. Mi taccio e mi richiudo nel mio ego. Loro non sono tanto diversi da me, le loro preoccupazioni sono le stesse di quando avevo la loro età e quindi mi consolo e mi ripeto dentro, “illudendomi” che probabilmente il mondo non è cambiato almeno dal punto di vista umano. Questa ultima affermazione è una palese contraddizione, una di quelle in cui cado, forse senza rialzarmi e se riesco faccio fatica nel compiere il gesto. Anagraficamente potrebbero essere miei figli e nei miei interventi sposo la presunzione di infondere in loro fiducia nel domani. Vedo in loro, probabilmente sbagliando, come nelle mie figlie, una velata rassegnazione e allo stesso tempo la mancanza della voglia di “battersi”, la voglia di scendere in piazza, la voglia di lasciar fare e lasciar decidere qualcun altro. Invecchio e il mio taciuto spirito anarchico, mi guida verso quei mulini a vento che non si possono fermare, se non fermando ciò che li alimenta. Non preoccupatevi, non sono un violento, è solo un contrasto con la mia individuale libertà. Mi arrovello su come posso aiutare “i miei affetti”, senza trovare una via, senza avere un idea risolutrice. Poi mi fermo e anche io mi arrendo (anche se qualcuno mi dice di non farlo), cerco di trovare forza e mi accorgo che ne ho da vendere. Tutto ciò che ci sta succedendo, ci mette con le spalle al muro impotenti agli eventi. Preferiamo nasconderci ed infilare la testa sotto la sabbia per non vedere oppure in alternativa facciamo a gara per trovare le colpe di qualcuno. Già trovare le colpe ci appaga e poi tutto passa, “ritorna il sole o ritorna la pioggia”. Il problema, però, resta lì, pronto a ripresentarsi. E’ questo il futuro ? E’ questo che veramente vogliamo, la crescita infinita, vivere nella velocità, l’abbandono al presente, l’eterno non pensare ? E’ questa l’ esistenza che ci immaginavamo ? Ascolto musica e mi isolo da perfetto incespicante e ripetente chiacchierone. Ciò che sento mi piace e l’unica voglia che mi nutre è quella di scappare. Poi ritorno e mi accorgo che porto qualcosa di nuovo nel vecchio che è in me, un rinnovato entusiasmo per questo “straccio” di vita che AMO che è ciò che ho, è ciò che abbiamo. Siate vivi e non rassegnatevi ad una sottomissione apatica ed inutile. LOTTATE.
Un abbraccio a voi e un’amorevole carezza a miei cari. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

30 Maggio 2023

Ogni tanto scrivo …. questa volta poche righe e rifletto. Essere vuol dire per me, necessità di contatto. Per mia natura, interiormente chiuso e schivo, incoerente come sono, soffro della mancanza di incontro, di vicinanza. Questo parole nascono da una scintilla in me brillata sentendo il testo di una canzone di qualche anno fa. Una canzone del 1997 che ho cantato senza darle importanza. Risentendola ieri sera “l'ho ascoltata” ...ha un testo profetico, già allora si cantava.......della mancanza di contatto vero tra le persone, la Casa di Luca è un posto ideale, ma ancor di più oggi, rivoluzionario, come idea e voglia di tornare a PARLARE. Ritrovare il desiderio, la bramosia di un incontro di persone care, è una grande barricata contro la solitudine dei nostri giorni, è la chiave per uscire dal recinto in cui ci stanno chiudendo e ci stiamo chiudendo. Non arrendiamoci alla paura. Siate Liberi e non condizionabili. Approfondite e non accontentatevi. Come sempre un forte abbraccio a chiunque voglia anche solo leggere, quanto qui trovate. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

Qui la canzone: A casa di Luca di Silvia Salemi

Anni, questi anni passati così,
aridi, sterili, vuoti…
è l’era delle immagini,
ci ha rubato il cuore, l’inventiva, le idee, le parole.
Ma certo che provo qualcosa per te!
Ma dire amore è difficile, l’epoca del “tun tun cha ci pa tu pa tum”
ci ha stordito il cuore, siamo isole senza valore.

Ma la sera a casa di Luca torniamo a parlare,
ma la sera a casa di Luca che musica c’è!
Pochi amici a casa di Luca, lo stato ideale!
Perché ognuno a casa di luca è nient’altro che sé.
Certe sere a casa di Luca facciamo le tre, cantando le canzoni…
che belle vibrazioni, ancora!

Sai che dovresti venirci anche tu
anche se a casa stai comodo,
ma questa è un’era subdola
che ti inchioda il cuore e la vita ad un televisore.

Ma la sera a casa di Luca torniamo a parlare,
ma la sera a casa di Luca che musica c’è!
Si discute a casa di Luca e non sai quanto vale!
Sembra niente e invece è importante: ci devi venire!
Dal balcone a casa di Luca si vede anche il mare
e parte una canzone… che bella dimensione, ancora,
possiamo ritrovare!

Ma la sera a casa di Luca torniamo a parlare,
ma la sera a casa di Luca che musica c’è!
Dal balcone a casa di Luca si vede anche il mare
e passa una canzone… 

27 Giugno 2023

Ogni tanto scrivo …. Arrivati là, a quel bivio in mezzo al niente che per noi è il non quantificabile, prendiamo quella strada bianca e cominciamo a percorrerla. Una telefonata, una risposta: “Le chiavi sono nella porta, fate pure con comodo”. Con un benvenuto di questo tipo, ogni pensiero ci porta ad entrare in questa dimensione e ci prepara a qualche giorno di silenzioso ed intenso abbandono alla bellezza. Nell’ autoscatto delle nostre ombre che si tengono per mano, ci avviciniamo a quella porta, un bel respiro e poi impugniamo la maniglia per aprirla. Ci viene incontro un profumo di vita, ogni cosa lì presente o assente ci parla del posto. Una volta entrati giriamo le spalle all’interno per vedere il fuori che abbiamo temporaneamente abbandonato e un leggero vento ci pervade. Il tutto ci trascina in estasi e ci chiude nei nostri convincimenti, ammantati dai nostri sensi ampliati al divenire, al rinnovarsi. Certi e fermi nella nostra scelta, cominciamo a portare in quella casa le nostre cose. E’ sempre magico l’entrare “in possesso” di queste dimore , non per il posto in se, ma per il cambiamento radicale del nostro stato di compagni di vita….. restiamo unici ed il resto si eclissa. Non ho mai affrontato questi baleni del vivere con lei in modo così profondo e se devo essere sincero non mi spaventa affatto, del resto ne ho sempre scritto, ma mi rendo conto che ogni volta c’è diversità nella continuità del nostro amarci così, semplicemente. E’ sera ci sediamo sotto un pergolato di natura, il nostro tappeto è un prato verde brillante, una cena semplice a base di prodotti locali ed un vinello niente male. Pian piano il buio ci avvolge e restiamo insieme a guardare i dolci pendii che ci proteggono, le luci di alcuni casolari sulla sommità delle colline in lontananza ci cullano e ci conducono al parlare di tutti i nostri cari, dei nostri affetti. Parole lente, silenziose ed importanti. Nessun contrasto tra di noi. L’uno ascolta l’altra e così vicendevolmente ci trasportiamo in una rispettosa attesa, accompagnata dal piacere profondo dell’ascoltarci. E’ sempre così con lei, può capitare di non essere in sintonia, ma è impellente in noi la necessità di capirci e come spesso ho detto, per noi è vitale ritrovarci. Rientriamo sotto il nostro confortevole tetto e la nostra notte passa in una complice tranquillità. Il mattino seguente di buon ora, come nostro intento, saliamo la collina per raggiungere il sito in cui si può fare colazione. L’affrontare la salita ci riporta ad unirci e la nostra ombra si ricongiunge accogliendo l’unione delle nostre mani. Ogni fiore, ogni scorcio, ogni immagine lontana, ogni piano inclinato, ogni albero, ogni sasso ……ogni cosa che è in noi diventa un tutt’uno e siamo pronti a nutrirci del bello che i nostri occhi e le nostre anime riescono ad intrappolare, senza rubare, nel nostro “archivio” interiore. Arriviamo con sufficiente “fiato” alla meta, ci accolgono Laura, Jenny ed Anna. Donne di quei posti, impavide custodi della bellezza che le circonda e di quella che si portano dentro. Un abbraccio, un sorriso, una chiacchiera e anche lo scenario intorno si impreziosisce, ci schiaccia e ci sostiene allo stesso tempo. Entriamo in una “gravità” anomala che ci fa fluttuare nella meraviglia. Solo un giorno è passato e siamo già colmi di gratitudine per quanto è trascorso in noi, tra le nostre vite legate indissolubilmente. Ci sono ancora un paio di giornate di lei e me in quanto ci attornia ed in quel pezzo di tempo fuori dal mondo, continuiamo a veleggiare in assenza di vento, quello è dentro da sempre in me ed è lei che lo infonde. E’ arrivato il momento del ritorno, passiamo di stanza in stanza con sguardo intenso, appropriandoci di quanto ci è stato concesso e dato. Quando chiuderemo quella porta alle nostre spalle avremo lasciato un altro pezzo di noi, del nostro cuore in quei posti, così come sempre abbiamo fatto. Un convincimento ci accompagna e voglio esprimerlo citando Pino Daniele (da Se mi vuoi) : “…..Amarsi ancora, amare ancora, ma senza tempo….“. Come sempre mi ripeto, scrivo parole già scritte, abbiate pazienza e cura, lettori, di quanto “imbratto” su questo foglio virtuale….. è forse solo il tentativo di rafforzare quanto provo per lei, la mia Giusi.
A voi tutti un abbraccio. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

18 Luglio 2023

Ogni tanto scrivo …. Che cosa avevo in mente ? Mah, avevo, forse, un idea di quello che volevo, di quello che sarei stato. Ho avuto. Ho usato. Ho fatto e non fatto. Spesso cado e fino ad ora sono riuscito a rialzarmi. Fino a quando questo risollevarmi, mi sarà accanto ? E quando non ci riuscirò più, quante parole avrò abbandonato in fondo ad uno zaino, mai svuotato completamente ? Lui, lo zaino è li, sulle mie spalle a ricordarmi che c’è anche un momento in cui bisogna accettare di guardare in quel “sedimento”. Sono le cose irrisolte, le scelte non fatte e i residui di quelle invece affrontate e testardamente praticate. Strade prese, strade evitate, fermate ai bivi di un percorso, davanti ad un cartello non letto volutamente, chiudendo o socchiudendo gli occhi per non vedere o vedere sfuocato a giustificazione della rinuncia o dell’ accettazione. Smetterò di fare alcune cose quando acconsentirò all’ascoltarmi. Sono comunque convinto che sentirsi fa crescere e fa dire “basta”, faccio altro. Abbandonare una passione, per qualcosa di più semplicemente vero e coerente con quanto si è, presuppone il riconoscere che c’è sicuramente qualcuno di più grande per cui optare senza se e senza ma. Spesso chi ti è accanto, amandoti, non pone ostacoli a ciò che fai. Io stupidamente faccio finta e persevero nelle mie scelte, ignorando chi mi ama. Chi sono infondo per insistere ? Credo che sopraggiunga egoismo, una latente sensazione di invincibilità ed una sorta di scatola mentale, sulla quale non voglio vedere i segni dell’usura che il tempo ha lasciato, forse nascoste, ma bene presenti. Accettare i limiti che inevitabilmente, il nostro corpo ci presenta è una condizione necessaria, per vivere più a fondo, ciò che conta veramente e soprattutto ciò che ci resta. Ad un certo punto si arriva e li ci si deve fermare, per proseguire con altro spirito e voglia di abbracciare una volta di più chi si ama. Nessuna rinuncia quindi se il fermarsi apre a mondi nuovi, ai mondi che ci sono sempre stati. Perché questa autoanalisi ? Perché è il momento, perché deve essere così, perché ci sono cose che vanno vissute a pieno e che si perdono se si insiste in altri cammini. Perché la vera forza sta nella rinuncia, nel cambiamento e non nel trascinarsi. Perché è una scelta d’amore e l’amore non è sacrificio, è riconoscenza nei confronti di chi ti sta accanto ed in silenzio ti aspetta. Ogni suo bacio che perdo è un bacio che non ritorna ed ogni bacio che non le do, è poi un inutile ricerca delle sue labbra per riaverlo. Avere tempo per amarla e sprecarlo, è un’insipida scelta, è tempo perso per sempre. Fare insieme ancora di più deve essere quella strada in dolce salita da affrontare mano nella mano, come descrivevo nel precedente Ogni tanto scrivo. Unica via per me è lei, è tenerla accanto fino a che, come due foglie che cadono dallo stesso ramo, andremo a sovrapporci sul terreno della nostra storia. Che bello questo “concatenamento” di parole arrivato così senza pensarci, nell’unicità della condivisione di un amore. Mi fermo qui.
Un abbraccio a Voi. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

11 Agosto 2023

Ogni tanto scrivo …. Ma che ne so…dice Michela M. in una delle ultime interviste prima di morire. Già mi unisco alla sua affermazione. Scrivo a braccio, ma a volte che ne so, in quel presente, il perché lo faccio. In altri scritti le mie parole scivolate sul foglio virtuale iniziavano con ….E’ sempre più difficile ….. ed ora mi sento di scrivere …..E’ sempre più facile. Questo periodo transitorio della mia vita …..e mentre scrivo è già passato…. sono “votato” al presente e poco agli altri 2 stati con cui “battezziamo” il tempo. Non ho dimenticato il passato che conosco ….. e non teorizzo sul domani che non conosco. L’ ansia nella quale ci stanno intrappolando ci porta via il presente senza che lo stesso sia nelle nostre mani, sia gestibile e fruibile. Certo vivere ansiosamente ci rende attenti a quello che ci succede intorno, ma ci rende ciechi a noi stessi. Non vediamo più quello che veramente importa e quindi non crediamo più in un domani nostro con gli altri. Credo che una delle “ricette segrete” per riappropriarsi di noi, sia proprio quello di recuperare la capacità di staccare la spina, per poi riattaccarla con più consapevolezza e pronti a sconfiggere i fantasmi che ci “attanagliano”. Ma che ne so … quale è la regia che sta dietro a questo meccanismo perverso che ci porta ad ignorarci come donne e uomini e ci spinge a dare priorità a cose che non contano niente ? Staccare quindi, imparare di nuovo ad essere liberi sulla scelta di spegnere e godere di quello che non guardiamo più, con lo sguardo carico di bellezza e di felicità. Mi sto avvolgendo in una spirale complicata, ma so che la dipanerò e rivedrò il mio presente con una fiducia nel futuro, anche solo il futuro prossimo, purché sia ….Ma che ne so …..mio e della stretta cerchia delle persone amate. Scegliere oggi è troppo facile per certe cose ed è forse più coraggioso NON scegliere o meglio andare in controtendenza. E’ facile allinearsi e non è facile distinguersi ….. distinguersi ognuno per quello che si è veramente. Piacere per forza non può essere la strada ed è complicato, è più facile NON piacere ed è salvifico, perché si rientra nel proprio essere. Ecco questo lo so, ….. so chi sono io e so che la repulsione per ciò che è uguale e piatto è forte in me. Ognuno di noi deve essere se stesso, nel rispetto dell’altro senza passare da qualcuno che ti spiega come devi vivere, sappiamo benissimo cosa ci fa star bene e quindi facciamolo, qualunque cosa sia. Questa frase un po’ anarchica (questa condizione in me spesso ritorna) e forse poco chiara, ha in se la risposta al mio ....Ma che ne so. Il nostro presente vissuto e libero da condizionamenti è la base per il nostro futuro (poco o tanto che sia) questo è il mio convincimento attuale. Il domani del mio presente non lo conosco, ma è già passato quando avrò finito di scrivere quello che ora provo sentendomi libero. Un bacio alla mia Giusi (ricordando la colazione di qualche giorno fa) e alle mie figlie. Michela M. non c’è più. Ma che ne so…… guardatevi dentro e saprete.
Un abbraccio a tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

12 Settembre 2023

Ogni tanto scrivo… Caro Mauro , son venuto a Erto davanti alla vetrina del tuo laboratorio qualche giorno fa. Volevo consegnarti il mio piccolo libro con dedica. Quando sono stato lì, ho avuto un blocco e mi son sentito sollevato, quando, dietro quel caos, a barriera del tuo rifugio creativo, non ti ho trovato. Nel non trovarti, ho inteso il mio rispetto per il tuo privato. Non mi interessava avere il tuo “segno” su uno dei tuoi libri, non mi interessava avere una foto con te, non mi interessava far sapere a qualcuno, nel mondo virtuale che ti avevo stretto la mano. Infondo il mio desiderio era parlarti, scambiare opinioni ….. anzi soprattutto ascoltarti, senza proferir parola. In quella Erto nuova mi sembrava che non ci fosse anima, almeno quella che invece ho percepito nella Erto “vecchia” di là dalla strada. Sono stato con la mia amata Giusi e mia figlia Greta, qualche giorno in Val Cellina con base al Lago di Barcis. Mi sono accorto di un “angolo” di Italia che non conoscevo, un luogo che voglio definire senza confini, si perché la BELLEZZA non ha confini e non deve averne. Ho fatto qualche breve escursione in valle, niente di estremo, anche perché per mia natura non lo cerco. Il libricino che troverai in questa busta è un insieme di parole, di sensazioni, di racconti che secondo me ben riassumono i miei 63 anni spiati attraverso un vetro oscurato da questi ultimi periodi. Se vuoi, se ti va leggilo oppure sfoglialo solamente. I miei libretti “corsari e forse un po’ anarchici” non sono in vendita per una scelta personale, li regalo a chi me li chiede. Grazie per l’attenzione che vorrai (se vorrai) riservare alle mie pagine, un abbraccio Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

18 Settembre 2023

Ogni tanto scrivo…..”Vajont un obbligo ricordare e conoscere”. Quest’ anno la meta delle nostre vacanza è stata “un posto” passatemi il termine nascosto ai più, almeno questa è stata la sensazione. Val Cellina in Friuli Venezia Giulia, una valle incantata circondata dallo splendido scenario delle Dolomiti Friulane. Perché questa scelta ? Come sempre le nostre scelte sono attirate dal caso e quindi la solita risposta che porto a motivazione è: “Non lo so”. Conosco quella valle dai racconti dello scrittore Mauro Corona, ma avevo il desiderio di vedere di toccare con mano, quei luoghi. Siamo stati in una casa che faceva parte di un albergo diffuso ai bordi del Lago di Barcis. Un posto duro, ma avvolto da un aura intrigante, quasi fiabesca. In quella valle bisogna andarci, non è un posto di passaggio e forse è per questo che quel ventre tra stupende montagne ci ha affascinato. Barcis, un piccolo paese di poche “anime” in cui non mancava niente e quello che probabilmente non c’era, era, compensato dalla BELLEZZA del posto. Venendo da est, si deve affrontare una galleria di 4 km, poi si incontra Andreis, Barcis, venendo da ovest si affronta la salita che da Longarone nel Veneto, porta alla diga tristemente nota del Vajont. Passare per Erto, andare a Casso, visitare Cimolais e poi Claut. Si costeggia il torrente Cellina che nel suo serpeggiare e scavare la valle guida il visitatore a paesaggi incontaminati e aperture di raro splendore. Abbiamo passato 4 giorni tra quella gente, abbiamo parlato con loro, abbiamo condiviso noi stessi, abbiamo apprezzato ogni singola cosa e abbiamo fatto a meno di quello che non c’era senza traumi. Anche qui come in Toscana abbiamo imparato, si proprio quello che deve essere il risultato di una vacanza. Imparare a conoscere ciò che c’è, per capire chi siamo. Sembra un esercizio difficile, ma invece è naturale come la natura stessa. Non faccio confronti, ma mi adagio alle cose semplici e lente che certi posti danno senza chiedere. Pochi giorni per vedere poco, ma capire che in quei posti abbiamo ancora molto da esplorare, da “succhiare”. Ma torniamo alla prima frase di quanto qui ho steso. Questa Valle è tristemente nota per Il Vajont, la tragedia del Vajont. Quel 9 ottobre 1963 i paesi di Erto, Casso e Longarone furono colpiti dalla stupidità (e mi sto limitando molto) dell’ uomo. A 30 anni dallo spettacolo di Marco Paolini e a 60 anni da quella "sconfitta", il prossimo 9 ottobre ci saranno letture contemporanee in 100 teatri in tutta Italia. Un racconto corale, come lo definisce lo stesso autore. In quello spettacolo, Paolini racconta per filo e per segno ogni momento del prima, del durante e del dopo quella tragedia che tolse la vita a 1917 persone. Anche a Casalmaggiore ci sarà presso il teatro comunale l’evento. Concludo questo mio breve scritto, con un invito indirizzato a voi tutti. Andate in quel posto, ascoltate il racconto di quella tragedia, fate tesoro di quanto resterà nel vostro animo. Credo che certe cose, anche se lontane nel tempo, siano attualissime e soprattutto siano monito per tutti. Ricordare il Vajont e anche altre tragedie è un DOVERE. Il passato non può essere dimenticato. Viviamo in un periodo in cui dobbiamo riflettere sul nostro futuro o meglio far si che il futuro di chi ci sarà, sia un FUTURO. Non accontentatevi delle notizie trovate su un motore di ricerca, ben veicolate da una tanto osannata Intelligenza Artificiale, andate a toccare con mano ed imparate. Andate a sentirvi schiacciati ed impotenti, andate con il cuore aperto, sentite sulla pelle, guardate con gli occhi. Ho vagato tra quei cippi bianchi, posti nel cimitero monumentale di Longarone, ho pianto, nascondendomi con pudico comportamento, ai miei cari li con me, in quel vagare, leggendo quei nomi e le loro età. Ci stiamo “disabituando” al contatto, ci stiamo dimenticando, lottiamo. Non è rassegnazione la mia, non è disfattismo il mio, non è ansia…. E’ VITA, tutto qui e solo la CONOSCENZA può liberarci, renderci liberi di VIVERLA. Un abbraccio a Tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

13 Ottobre 2023

Ogni tanto scrivo…non mi piace quello che sta succedendo “in giro”, nel mondo. Non vedo chiaro, vedo solo falsità e propaganda. Vedo l’ostinazione di comunicare solo una versione dei fatti, approfittando dell’ imbecillità crescente tra la gente. Persone che si accontentano della prima “verità” e la “sposano”. Persone che sono incapaci di argomentare in modo approfondito. Persone superficiali e pressapochiste, armate di “rabbia” e “rancore” contro chiunque cerchi di raccontare “il vero alternativo”. Queste persone, sono quelle che definisco “manovrabili”, quelle che sono al seguito di scaltri trascinatori che a loro volta sono spinti da qualcun altro. Sono queste le catene dell’ignoranza inconsapevole o consapevole succubi dell’attuale comunicazione. Mi scorro i canali televisivi alla ricerca di opinioni, ma tutto è costruito con il solito cliché. Un filone improntato al sovrapporsi, con lo scopo di non far capire a chi davanti allo schermo, non può intervenire. C’è la chiara intenzione di NON fare divulgazione, ma vendere confusione affinché tutto resti “fosco” e non chiaro. L’obiettivo è fare “ascolto”, salire nelle percentuali dello “share” e quindi al giorno d’oggi, fa sicuramente più audience una bella rissa verbale che crea un caos voluto, rispetto ad una limpida opinione. Per mia convinzione, ho nostalgia di quei momenti in cui chi parlava non veniva interrotto, dando poi la possibilità al successivo interlocutore di replicare, quell’ interlocutore che magari mentre ascoltava prendeva appunti su di un pezzo di carta. Non sopporto i “professionisti” della ripetizione che non permettono all’altro di essere sentito. Quando trovo qualcuno che riesce a parlare per qualche minuto senza essere interrotto, lo ascolto anche se ciò che dice non mi piace. Credo che la dialettica ordinata e aperta a tutti sia l’unica strada per costruire opinioni plausibili e corrette. Devo comunque dire che, nelle trasmissioni è abbastanza raro trovare un buon oratore, generalmente sono presenzialisti, esibizionisti dello “sproloquio” arroganti ed incompetenti che sebbene siano dotati di cotanti “pregi” parlano di tutto senza dire “NIENTE”. Ecco forse il “NIENTE” è ciò che piace, mi sto convincendo di questo. Ma dal “NIENTE” non può nascere qualcosa di illuminante ed obiettivo. Mi sto allontanando, forse isolarsi dal pantano mediatico ed andare alla ricerca (sempre più difficile) delle fonti sia la strada per un vivere migliore. Il confronto con certi commedianti è molto complicato, soprattutto perché non vanno oltre “all’ infilo” di qualche parola, lo scontro è inevitabile e la pazienza scema tristemente. Non c’è più tempo per i particolari, bisogna essere condensati e compressi, avere la capacità di dire in poco quanto si vuol esprimere. La “moda“ è: poco, diretto alla pancia e soprattutto pieno di vuoto. L’attenzione delle persone non va oltre i 10 minuti. Purtroppo per parlare di certi argomenti ci vuole tempo e CONOSCENZA e gli “attorucoli” che ora sono “come il prezzemolo” nelle trasmissioni, non hanno queste qualità, anzi più sono casinisti e mediocri, più “spandono come il letame”, le loro falsità. Siamo ridotti male e non vedo nessuna luce in fondo al tunnel…….o meglio c’è, ma si allontana da me, anche se io continuo a camminare verso di lei. Uno come me che cerca di capire, prima di parlare è in una posizione ibrida, quella in cui l’odio ottenebra la lucidità. Siamo nella situazione in cui una notizia arriva e viene girata così come è senza approfondire, al grido di “intanto facciamo il titolone”, poi questa notizia viene smentita dalla fonte e nessuno dei “media giratori seriali”, SMENTISCE, sostenendo così una falsità. Oggi è così e allora il nostro compito, il nostro dovere è andare a fondo, comprendere e smascherare i “fantocci” del “potere comunicativo”. Sicuramente i “comunicatori del pensiero esclusivo ed unico” hanno fatto presa anche sul mio modesto pensare, infondo uno che odia è un perdente, un reietto, un non considerato. Vero, può essere tutto ciò, ma mi sforzo continuamente di valutare ciò che mi viene “gettato addosso” ed il mio livore si trasforma in voglia di combattere la pochezza che ci viene propinata, chi lotta è una spina nel fianco di chi vuole appiattire e dividere ed è per questo che non smetterò mai (finché esisterò) di contrastare la cafonaggine, la faciloneria e l’insolenza di certi “scadenti omuncoli”. Statemi bene gente, non siate pigri e siate colti senza vergognarvi …….sono andato un po’ a “spanne” nello scrivere, ma non superficiale. Essere lottatori, non coincide col piacere a tutti e sinceramente mi va bene così.
Un abbraccio Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

10 Novembre 2023

Ogni tanto scrivo… Forse Non rispettando voi, ma credo me stesso, oggi ho cominciato a cancellare quanto ho scritto nei miei OTS (Ogni Tanto Scrivo). Ho iniziato dal primo del 03 marzo 2020. Ho riletto quanto avevo scritto, ho riletto i commenti ed ho scelto dal menu della gestione post la voce ELIMINA. “Faccialibro”, non ha chiesto conferme ed ha freddamente eseguito il “comando”, togliendo quanto esisteva. Avevo già scritto da qualche parte che la mia intenzione era quella di togliere storia alle mie lettere indirizzate, infondo, a tutti e a nessuno. Ho cominciato e mi sono fermato ….. è stato come il riavvolgere di un vecchio nastro, uno di quei nastri che si inceppano ed il loro riavvolgersi non va a buon fine. Quella striscia si era “spiegazzata” e rovinata, ma, nonostante l’inconveniente, era ancora lì e respirava di quel momento. Si quel momento, in cui avevo scritto si presentava come un conto da pagare. Mi sono accorto che ogni contenuto gettato senza pensiero su quelle facciate bianche ero io, nient’altro che io. Io nelle parole, io nelle situazioni, io con le mie contraddizioni, io con le mie evoluzioni, io con le mie fragilità, io e le mie altalene, io e le mie colline, io e i miei dubbi, io e le miei memorie, io e le mie idee, io e la mia testardaggine, io e la mia rivoluzione sperata, io e chiunque passava qualche “spicciolo di tempo” per leggere, io con tutto ciò e chi amo da sempre. E’ stato forse patetico, ma bello commuovermi leggendomi. Argomenti vari, varie esperienze, errori, riflessioni, entusiasmi, fallimenti, successi. Ultimamente dormo un sonno leggero ed ogni rumore è amplificato in me, ma non è il silenzio che da risalto ai suoni, è invece un intenso turbinio di emozioni che si diffonde in me. La mia vita fin qui è stata quanto ho appuntato in quei momenti in quelle pagine. Non so se proseguirò nella cancellazione, dopo quanto ho provato. La mia iniziale intenzione era quella di elidere le “impronte” di quei brevi attimi almeno dal web e lasciare solo sulla vera carta le tracce, per renderle palpabili e disponibili ai sensi. Penso che la carta dia sensazioni irripetibili. Chi legge qualcosa è proprietario di ciò che prova senza la spasmodica necessità di dover comunicare un qual che a chi ha scritto. Quando ho iniziato, in quel periodo, era un modo diretto di portare, veicolare, qualcosa in quella gabbia in cui tutti noi eravamo caduti e rinchiusi. Ora per me è diverso, ora è di nuovo bello parlare e comunicare tradizionalmente in piena controtendenza, almeno per chi ci crede ancora, io sono di questo stampo. In quel recinto tutti affermavamo che saremmo tornati liberi e diversi dentro, io ci credevo e non so quanto ci ho provato, ma penso di aver fallito, come la stragrande parte di tutti noi. Forse qualcosa in me è cambiato o meglio si è rafforzato, parlo dell’ AMORE senza condizionamenti, senza confini, senza forzature e soprattutto “affollato” di BELLEZZA e libertà d’animo. Ho imparato a darmi delle regole, prima che qualcun altro le stabilisca per me, qui forse sta la mia anarchia che in me sopravvive. Come sempre sono partito di slancio su un fiume in piena e sono sfociato in un incoerente contrasto risalendo la corrente. E’ forse questo il vero Beppe, probabilmente si. Per il momento sospendo la cancellazione, ma non fidatevi di un attempato orso. Ho preso una matita spuntata, da uno dei miei intimi cassetti. L’ho usata per riavvolgere quel nastro, proprio come si faceva un tempo, fino alla fine della sua intera lunghezza, così che io o chi vuole possa premere il tasto play per riascoltare, una, cento, mille volte quanto inciso, finché quel nastro non si spezzerà. Forse sarà riparabile, ma se non lo sarà, vorrà dire che: “ Va bene così ”. Un bacio alla mia amata di sempre Giusi e alle mie figlie, un abbraccio a tutti voi. Beppe 
Fonte: GIUSWEB del VP

30 Novembre 2023

Ogni tanto scrivo… con questa mia “lettera”, comunico a tutti voi che, tenendo fede a quanto ho scritto a gennaio di quest’anno, ho inviato ad un’associazione da me scelta, la cifra raccolta regalando il mio primo “libretto”. Ho incontrato e parlato con donne, uomini, ragazze, ragazzi ed ho consegnato loro quanto stampato. Mi scuso, con coloro che non ho ancora raggiunto, ma ce la farò. Ho attraversato un fiume di emozioni e di sincerità. Mi sono accorto che non c’era bisogno di me, ma c’era bisogno di quanto avevo scritto e non perché lo avevo scritto io, ma perché ho sentito nei miei interlocutori, la necessità di ritrovarsi nella “quotidianità del vivere”, in modo libero e aperto. Ho sentito accoglienza, benevolenza, empatia, ma anche rabbia, impotenza, sofferenza. In quei momenti sono stato un silenzioso “uditore” ed ho risposto con un emozionato sorriso, spero a tutti. Mi vien facile scrivere, anche se poco allineato alle regole della “perfetta “ stesura, rispetto al parlare. Ho "preso avidamente" qualcosa da tutti coloro coi quali sono stato ed ho compreso che alla mia età si può ancora imparare. Storie di vita che mi porto dentro e che rimarranno con me. Quando ho cominciato a consegnare, il mio primo “libretto”, non pensavo a ciò che sarebbe successo. Non pensavo di diventare qualcuno da ascoltare. La mia semplice idea era quella di comunicare ciò che mi passava in testa, senza dare troppa importanza a me stesso. Intendiamoci non è mio compito e intenzione diventare un riferimento, ma continuerò a scrivere per me e se quanto scriverò piacerà anche a quelli che mi leggeranno, ben venga, sarà come una cooperazione di pensiero. Se analizzo le parole dei miei Ogni Tanto Scrivo, mi accorgo che non ho fatto altro che afferrare e fissare sulla carta ciò che in quel momento si diffondeva in me. Ho capito che quel mare di pensieri, passava anche in altri luoghi in cui vivevano altre persone vicine a me o lontane da me. Ho capito che non aveva importanza chi ero io e chi erano gli altri, l’importante era che eravamo in tanti e di questo mi sono forse “stupidamente” sorpreso. Nel bene e nel male, la mia emozionale “capacità”, se così si può dire, di stendere quanto inciso nel mio animo, mi ha portato ad un sereno convincimento, non siamo soli, abbiamo una prepotente necessità di sentirci uniti, ci siamo però dimenticati di DIRCELO di persona. E’ proprio questa la base sulla quale chi verrà dopo di noi dovrà creare le fondamenta del futuro. Il futuro non è schiavitù, ma libertà, quella vera. La tanto decantata “sostenibilità”, deve essere in “primis” la nostra di donne e uomini. Siate i costruttori di un domani con nuove regole, diverse da quelle che ci costringono ogni giorno ad attendere che lo stesso passi. Un fiume costretto negli argini, arriva al mare irrequieto, fate si che chi prende le decisioni per noi , non sia poi così tranquillo, ci stiamo addormentando. Credo che sia il tempo stare più svegli. Concludo questa mia “ramanzina” informandovi che ho devoluto la cifra raccolta, all’ Associazione MIA (Movimento Incontro Ascolto) Centro Antiviolenza di Casalmaggiore (CR), un associazione di DONNE CHE LOTTANO. Qui sotto il link. A loro il mio piccolo GRAZIE, allargato anche a voi che avete contribuito. Il mio consueto abbraccio a tutti. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP
https://www.progettodonnealcentro.it/m-i-a


13 Dicembre 2023

Ogni tanto scrivo… Ultimo “sproloquio” dell’anno. Ieri durante una camminata con la donna che amo, spingevo il passeggino, sul quale dormiva mio nipote Liam. “Pensavo in silenzio”. Unico “rumore”, quello dell’incedere dei nostri passi ed un lieve cigolio delle ruote del “mezzo” che procedeva sull’asfalto. Mi sono sbloccato e come sempre faccio con Giusi inizio a parlare, sono pensieri introspettivi e spesso complicati da esporre. Lì vicino a me c’è lei che da sempre supporta e sopporta le mie interpretazioni del vivere. L’argomento era intricato e tortuoso da descrivere. La sensazione era quella di essere partito per un viaggio senza ritorno. Questa inconsistente situazione, mi impauriva, ma mi liberava da un peso che portavo nel mio zaino invisibile, quello che da tempo mi grava sulle spalle. La domanda o affermazione che dir si voglia era la seguente: “E se fossi io a sbagliare e se fossi io a non capire e se …e se …e se……”. Ritornato al silenzio, sentivo Giusi che aspettava un seguito. Le mie parole sembravano prive di significato e allo stesso tempo portavano con loro un macigno, un complesso insieme di nodi da sciogliere. Finalmente la mia fase vuota, cominciava a riempirsi di un proseguire. Non ricordo bene che cosa ho detto, di certo mettevo in discussione un po’ tutto di me, in quelle prime frecce che avevo scoccato col mio arco “nudo”. Tutto scaturiva dal periodo che sta arrivando, giorni che mi hanno sempre turbato. Scrivo da anni sulla mia repulsione ai festeggiamenti forzati da, secondo me, una falsa motivazione. Credo a mio modo, questo è chiaro ai più, non mi interessa ricevere auguri e farne, anche se a chi me li “propina” rispondo con cortesia. Il problema è probabilmente, anzi sicuramente mio. Mi piace stare con le persone che amo, con gli amici, ma come mi piace sempre. Con tutto ciò che succede in questo piccolo granello di sabbia che è la Terra, rispetto all’infinito che ci circonda, trovo anacronistico festeggiare perché lo dice una “regola” stabilita da altri e che mi costringe a gioire per forza. Non c’è niente di giulivo, di lieto in quanto succede. L’unica “mescolanza” per cui ci si dovrebbe sentire appagati è tra PACE, AMORE e BELLEZZA e sinceramente io non ne vedo, se non nella mia sfera privata. Ciò nonostante, mi arrovello e cerco di scavare in me per capire, ma probabilmente, il trovare una via, non fa parte delle mie capacità morali ed intellettive. Forse il mio essere contro è un mio limite che non riesco a scardinare. Mi sembra di essere un uomo aperto e capace di ascoltare. LEI ascolta pazientemente, questo eterno testardo e poi mi prende sotto braccio, alla ricerca di un mio bacio ed è li che con LEI perdersi è naturale. Voglio qui, alzare una piccola “paletta” al mio sostegno. Nel comunicare a LEI quello che mi stava “bollendo” dentro, mi sono convinto ancora di più che “in fondo” essere “apertamente contro” non mi dispiace. In quell’apertamente sta la chiave di volta. Cocciutaggine sì, ma non “stupidità”, questo forse il “pensier clandestino” che abita in me. Confrontarsi, anche energicamente, se necessario è sicuramente la strada. Non dimentichiamoci che una volta saliti in cima, se non si vuole rimanere nell’ ascetico eremo, si scende a valle dove può nascere l’incontro, per poi risalire su un’altra cima insieme per altri incontri in vetta. Termino qui con un ultima speranza o come non piace a me (anche se importa “zero”), un augurio che sento e vedo nella canzone che segue, un testo evocativo, trascinate, emozionante, coinvolgente e con un messaggio potente. La canzone cantata e scritta da Patti Smith insieme al marito: “POEPLE HAVE THE POWER”. Un inno alla lotta di chi sognatore, crede in questo potere. In questo sta il futuro delle nuove generazioni e poco importa se a noi piace. I giovani sono: “PEOPLE col POTERE” di cambiare. Noi ci siamo scordati di questo potere, ma se necessario sarà nostro dovere ed impegno, affiancarli. So che sono sempre gli stessi concetti che descrivo, ma nel mio limitato esprimermi, non vedo altra via. E allora ascoltate ed emozionatevi della forza del cambiamento. Un abbraccio a Voi RESISTENTI. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP
https://www.youtube.com/watch?v=y6Wz3i_BYUc 

29 Gennaio 2024

Ogni tanto scrivo…Grazie a tutti per gli Auguri, “faccialibro” fa il suo lavoro per ricordare ad amici e conoscenti che ogni anno verso la fine di gennaio “mi tocca”. Per ringraziarVi, però voglio scrivervi…….. 64 anni di vita, proprio oggi. Un anno in più ed un po’ di esperienza accumulata che si aggiunge a quanta forse già esiste. Penso al passato spesso e credo che ciò sia inevitabile. Non so quanto positivo sia stato fin qui il mio cammino su questa terra, ma trovo tempo perso “rimuginare” su quanto è ormai dietro le spalle. Certo il trascorso è li e credo che sia ciò che compone il lastricato sul quale appoggio il mio incedere. A volte l’avanzare trova qualche crepa, qualche buca nelle quali incespico stupidamente pigro nei miei pensieri. Andare verso l’alto mi ha sempre attirato, staccarmi, invece, dal suolo (e non solo per volare), mi ha sempre creato disagio, anche se ho affrontato quei distacchi senza paura. Al ritorno da un allegorico “volo” ho goduto dell’euforia, tipica della felicità. Il mio imbarazzo si trasformava tutte le volte in forza per aver superato il mio limite che limite non era se non nella mia mente. Ho già scritto molte volte che non mi interessano i bilanci, mi hanno sempre dato l’impressione della fine. Tirar righe e far di somme, ha un non so che di definitivo che non inseguo. Certo alla mia età qualche “riga” va tirata realisticamente. Non sono più il 20, 30enne, “giovine di belle speranze”, sono un “signore” con qualche scricchiolio. Sono testardamente “sordo” al tempo e soprattutto anche cieco al “che si fugge tuttavia”. La citazione proseguirebbe con : “del doman non vè certezza” ed è proprio a quel domani al quale mi aggrappo disinteressandomi della poca certezza. Nell’ epoca frenetica in cui viviamo, nella frenesia del condizionarci la vita con l’intelligenza artificiale nel BENE e nel MALE, nell’epoca dei CHIP impiantati nel cervello umano, nell’ epoca in cui vale il merito….., ma stabilito da chi ? nell’epoca in cui l’ignoranza e l’analfabetismo prendono sempre più piede, nell’ epoca del revisionismo storico e del ritorno di ombre nere, nell’epoca in cui Social e un immenso generatore di solitudine sono sinonimi, si salvi chi può. Come antidoto a tutto questo, mi piace pensare che “appena libero” dal lavoro, io possa prendere per mano la donna che amo e partire ogni qualvolta in noi nasca la voglia di farlo. Non penso a mete da giro del mondo in 80 giorni, ma semplicemente in mete che ci portino all’abbandono reciproco, in ogni luogo, in ogni dove, in ogni incontro, anche per rubare foss’anche un singolo giorno al grigiore che il futuro ci riserva e per lanciare uno strale che squarci il cielo in un trionfante azzurro. Sembra che uno degli aspetti che la veloce intelligenza artificiale non riesca ad intrappolare in un algoritmo sia la COSCIENZA, quella che ci permettere di riflettere e rallentare, quindi viva la LENTEZZA per capire, quello che forse non siamo più in grado di capire. Finisco questi miei ringraziamenti a VOI con una citazione di Fabrizio De André: “Perché scrivo ? Per paura, per paura che si perda la vita delle persone. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile……. Con incondizionato AMORE per la mia famiglia,
un abbraccio a tutti. Il solito Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP

27 Febbraio 2024

Ogni tanto scrivo…GIOVANI. Nelle parole che seguono tenterò di parlare di loro. Spesso nei miei scritti ho argomentato di loro con trasporto, fiducia, entusiasmo e anche “credo”. La mia generazione ha tentato di fare cambiamenti, ma non c’è riuscita. Troppi se, troppi ma, troppe indecisioni. Siamo troppo stupidamente legati al nostro modo di intendere la vita, per accorgerci che loro, i GIOVANI vogliono altro. Si parla da sempre di conflitto tra generazioni, è una cantilena che ci trasciniamo da quando anche noi eravamo giovani, ma c’è un MA. Questi GIOVANI oggi hanno meno di noi, meno perché noi lasciamo loro eredità pesanti, situazioni tortuose, questioni irrisolte e purtroppo anche mezze decisioni che sicuramente sono il peggio che noi abbiamo generato. Qualcuno di voi che avrà la pazienza di leggere si sentirà additato e liquiderà “l’accusa” con una perentoria arringa: “Non è colpa mia !!!”. Certo nessuno ha mai la colpa, ma la colpa spesso sta nel NON AVER FATTO, NON AVER DECISO, NON ESSERSI SCHIERATI, NON AVER LOTTATO….e tutto ciò nella rassegnazione, nell’ accettazione, nell’ arrendevolezza, nella comodità della propria esistenza. Io per primo ho sicuramente tralasciato, ignorato, snobbato, mal criticato rifugiandomi nel mio cieco ego dimenticando il futuro. Non è più possibile, per quanto ormai tardi, ignorare le grida di protesta della nuova generazione. Abbiamo l’arroganza di essere necessariamente necessari a loro e in tal senso scegliamo per loro. E’ il tempo di mettersi in secondo piano (già detta questa cosa il 27 gennaio 2023) è il momento di supportarli per il cambiamento, andando in piazza per manifestare con loro il loro dissenso che deve diventare il nostro. Dobbiamo anche noi impedire che “personcine” (dispregiativo di persona) continuino a “levare loro l’aria”, continuino nel limitare VIOLENTEMENTE la loro protesta, continuino ad ignorare il loro GRIDO, continuino a condannare le loro idee, continuino ad etichettare i loro schieramenti, continuino a renderli servi dei poteri impalpabili e apparentemente invisibili, continuino a calpestare la loro FORZA quella di essere GIOVANI. Il futuro di queste RAGAZZE e RAGAZZI è il LORO FUTURO e non il nostro. Chi di noi avrà dato ai propri figli libertà di scelta, avrà qualche possibilità di essere considerato, chi avrà imposto scelte ai propri figli, investendo sugli stessi, sarà un “povero vincente” nell’ attuale società, ma sarà un emarginato nel mondo dei GIOVANI. Riprendo una frase appena scritta “investendo sugli stessi”, questa scelta fatta per i propri figli è una colossale sciocchezza per non dire altro. Con le nostre NON decisioni abbiamo sdoganato per loro, i GIOVANI, strade sbagliate. Dobbiamo trasferire loro, ai GIOVANI, che è importante sentirsi CITTADINI e non solo consumatori. Dobbiamo alzare la voce con loro. Dobbiamo confrontarci con loro, senza preconcetti. Dobbiamo aprire il nostro cuore e le nostre menti a ciò che loro vogliono, a ciò che loro intendono decidere, a ciò che loro vogliono cambiare. Non si può pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. Non possiamo essere con loro, se noi non vogliamo stare con loro. Ora un mio piccolo e forse un insignificante contributo: “GIOVANI cercate di volare, di sognare, cercate la cultura, la bellezza, l’amore……cercate e troverete anche il VOSTRO FUTURO“. Termino qui con alcune strofe tratte da L’INCONTRO di Renato Zero: “GIOVANI salvatevi. Datevi, unitevi. Siete voi più che mai quell’ultima risorsa. Scomodi, difficili. Vogliono disperdervi. L’anima negategli…….. Vieni a cercarmi anche tu se trovi il tempo. Se non avrai cancellato il profumo di me. Il viaggio più coraggioso è sempre l'incontro Io sarò l'esperienza e tu l'incanto”. Bellissima canzone che ben descrive un incontro VERO tenendosi per MANO, tra generazioni. Solo un richiamo alla mia generazione da “Vieni a cercarmi…….Se non avrai cancellato il profumo di me …..”. Io “Beppe” sarò li, alla fine di quel profumo, se sarò necessario.
Un abbraccio a tutti e per tutti. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

27 Marzo 2024

Ogni tanto scrivo…oggi leggendo opinioni di “varia” umanità nel tentativo di aprire la mia povera mente alla comprensione dell’esistente “racconto mediatico”, mi sono imbattuto in 2 frasi che mi hanno colpito e probabilmente affondato. LA RANA BOLLITA e LA TRUFFA SEMANTICA. Sembrano due argomenti scollegati, ma invece sono strettamente legati, il secondo, lo strumento del primo. Conoscevo già queste “tristi realtà”, ma ho voluto rifletterci cercando di analizzare il loro significato da una torre a difesa, a salvaguardia di una mia incolumità interiore, senza riuscirci per altro. Partiamo dalla prima. Leggo Noam Chomsky, per non so quale forma di masochismo, da molto tempo, il filosofo, da molti definito anarchico pensatore, descrive molto bene questa metafora che qui, pigramente vi incollo. “Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.(cit.) Mi scuso per questo “vinavil di parole”, ma non sarei riuscito a condensarlo così chiaramente. Ora veniamo all’analogia, la rana siamo proprio noi, che addormentati nelle nostre comodità ci stiamo lentamente ed inesorabilmente adagiando all’apatia. Siamo diventati digestori seriali di tutte le nefandezze che ci vengono propinate e non ci stiamo accorgendo che “la temperatura dell’ acqua ormai è salita”. Faremo la stessa fine della rana ? Essendo un ottimista credo nell’ essere umano pensante anche se la realtà purtroppo è ben diversa e siamo ben vicini all’ ebollizione. Ci crogioliamo nel nostro brodino “di dado” e riteniamo che la temperatura del liquido non scalfirà la nostra personale solitudine, dotata di “pellaccia dura”. Si solitudine, perché, a parte gli affetti, viviamo SOLI ed è una condizione avversa all’ esistere dell’uomo. Siamo sottoposti ad una sollecitazione perversa e continua ed in alcuni casi (molti purtroppo) martellante che ci rende dipendenti e ben indottrinati. …….Ma passiamo alla seconda frase quella che parla di truffa semantica, in poche lettere, la strategia con cui si scelgono le parole per comunicare una notizia, un evento. Le parole hanno un peso ed alcuni concetti possono essere presentati con differenti sfumature. Queste differenze però inducono il destinatario della comunicazione ad accettare il significato. Faccio un esempio: se parliamo di piante SPONTANEE (la cicoria, il dente di leone, i papaveri…) definendole infestanti, facciamo passare il concetto della loro inutilità, quindi sdoganiamo l’opinione che in quanto INFESTANTI e cioè nocive, vanno distrutte. Spero di essere stato chiaro. Questa campagna mediatica, marketing, condotta dai grandi produttori multinazionali e dalle mediocri classi dirigenti ha fatto si che si incrementasse e si giustificasse l’utilizzo massivo di diserbanti per contrastare le piante “cattive” a sostegno una maggiore e “sana” produzione. Qualcuno vi dirà, non è esattamente così, ma si sa ci sono sempre quelli che ritornano a scuola con la giustifica falsa. Ci sarebbero tanti altri esempi, ma potete documentarvi, se ne avete voglia. Ecco fatto il collegamento, si mistifica e si falsifica deliberatamente la “realtà” stravolgendo il senso e il significato delle “parole” sempre meno aderenti alle “cose” e sempre più aderenti alla “vendita” delle stesse. Ora domanda a voi: “L’acqua è abbastanza bollente per uscire dalla pentola o siamo ormai rassegnati a bollire fino alla fine? Alla vigilia di questi giorni di festa, ai quali, personalmente, non credo, ho voluto lanciarvi questa “provocazione”. In verità sembra molto di più, una pietra bella pesante sulla quale meditare. Io che servo a ben poco, RIFLETTO, almeno ci provo. Sono concetti che qui e la ho già introdotto nei miei scritti e probabilmente sono delle “RIPETIZIONI”. Da buon ripetente, vi saluto e vi abbraccio GENTE. Siate RIVOLUZIONARI e NON SERVI. Augurandovi qualcosa, decidete voi…… alla prossima. Beppe
Fonte: GIUSWEB del VP

06 Maggio 2024

Ogni tanto scrivo…#LeCastellinadelborgo, questa mattina con la “mia” Giusi sono andato in quell’ angolo di storia chiamato Castelponzone. Andiamo spesso alle “manifestazioni” che celebrano quel posto. Un gruppo di ragazze, mi piace definirle così, profonde impegno e dedica tempo (quello buono) nel rendere le giornate sotto i portici e nel borgo tutto, piacevoli ed evocative. Questa volta siamo andati al mattino, quando la gente è numericamente inferiore, rispetto al pomeriggio. C’era un aria diversa, più “abbracciante” nell’ accogliere i visitatori e forse, mia impressione, più intima negli incontri. Anche se sono di Scandolara, sono andato spesso al borgo di Castello. Vuoi per i parenti di mia nonna Zaira detta Iride (castellina doc), la cugina Orsola con Tonino ed Emanuela, vuoi per i parenti di mia mamma Rina, la zia Marina all’oratorio, Ireneo, Edmea, Eugenio, Simonetta, Alessio, Angela e Monica. C’erano anche altri parenti, ma a parte Manola e genitori non ricordo i nomi. E’ l’età dicono, mi scuso con loro in ogni caso per la dimenticanza. Allora, tanti anni fa erano tutti zii, erano tutti cugini o meglio si usava definirci così senza approfondimenti in gradi di parentela, perché i legami erano più stretti, più sentiti e soprattutto la velocità nei rapporti era bandita, lasciava ampio spazio alla cordialità e all’attaccamento fraterno, alla rilassatezza di un lento scorrere. Nel nostro camminare tra banchi ed esposizioni di varia bellezza, risultato dell’ impegno di tanti ingegnosi artigiani “del fai da te”, un saluto ad ogni angolo, con scandolaresi e castellini, più o meno coetanei, più o meno amici. A volte saluti fatti all’ ultimo, dopo sguardi intensi nel tentativo di riconoscersi. Poi, il lasciarci con un sorriso ed un ciao confortante rendeva liberatorio il gesto. Siamo, chi più chi meno cambiati fisicamente e a volte, il non capire chi ti guarda in attesa di un saluto, provoca strane sensazioni. Sicuramente l’incedere nel borgo, generava in me la stessa commozione che a volte si prova guardando un film coinvolgente. Il borgo, fin dalla mia gioventù, ha sempre infuso in me entusiasmo. I carnevali pittoreschi e fantastici, risultato di un lavoro nascosto nelle case degli abitanti del paese, giustamente ripagato dai bagni di folla che lo spettacolo ben meritava. I giovanili platonici amori che tutti i giorni mi facevano fare quei tre chilometri in bici per raggiungere le castelline e le partite di biliardo con gli amici in loro attesa. Credo che l’impegno dei queste ragazze, oggi DONNE di PREGIO, sia un vero esempio di quanto il tempo, non scalfisca le vere emozioni ed i veri sentimenti che si “hanno” per un posto a noi caro. Far rivivere in me (che conto ben poco) certe sensazioni è forse la “certificazione” che proseguire sulla strada intrapresa da tempo, “dli regasi da Castel” sia quella giusta. In fondo i posti sono PERSONE e la bellezza profusa dalle stesse restituisce bellezza al posto medesimo. Ho visto e vedo AMORE nei loro LEGAMI. Ho scritto ciò, in quanto è stata una conseguenza di quello che ho provato, emozionandomi ed avanzando su quei ciottoli. Spero di aver “fatto” cosa gradita alle Castelline del Borgo. Scrivo semplicemente, tutto qui, probabilmente con stile imperfetto, ma sincero.
Un abbraccio a tutte. Beppe.
Fonte: GIUSWEB del VP